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Aglio nero

Scritto da Dr. Giorgia Cazzolli, Ph.D., aggiornato il 8 dicembre, 2019
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Aglio nero

Più antiossidante e attivo dell’aglio fresco, benefico in caso di obesità, colesterolo elevato, infiammazioni e dermatiti, protegge il cuore, il cervello e il fegato

L’aglio nero si ottiene dal normale aglio che tutti noi conosciamo, Allium sativum, che però viene sottoposto ad uno speciale processo di lavorazione. In particolare, i bulbi di aglio vengono lasciati fermentare ad una temperatura compresa tra i 60 e i 70°C e a un tasso di umidità molto elevato, fino al 90%, per diverse settimane e, come risultato per una reazione chiamata di Maillard, gli spicchi si colorano di scuro. L’odore è meno pungente dell’aglio fresco a causa del minor contenuto in allicina che, durante il processo, è stata convertita in composti antiossidanti quali i flavonoidi, il sapore è dolce e la consistenza gelatinosa. Ma quali sono le proprietà salutari dell’aglio nero?

Aglio nero, proprietà

L’aglio nero risulta più attivo rispetto all’aglio fresco proprio per le alterazioni a livello chimico che avvengono durante il processo di fermentazione. Agli estratti di aglio nero si attribuiscono proprietà anti radicali liberi, antidiabetiche, antiallergiche, antinfiammatorie, neuroprotettive, epatoprotettive e antitumorali [1][2].

Non solo, l’aglio nero agisce contrastando anche le infiammazioni a carico della cute e le dermatiti da contatto, aiuta a migliorare i sintomi collegati alla sindrome metabolica, protegge il cuore e abbassa il colesterolo cattivo LDL alzando al tempo stesso quello buono HDL, anche se per quest’ultimo effetto i risultati non sono ancora definitivi e sembra che l’azione sia più ridotta in caso di persone con diabete tipo 2 [3][4].

Aglio nero, come si prende e avvertenze

Al giorno d’oggi non è difficile reperire l’aglio nero, sia integro che sotto forma di integratore. Come riportato in letteratura, l’aglio nero non presenta controindicazioni o tossicità, tuttavia chiedi sempre consiglio al tuo medico se stai assumendo farmaci per evitare interazioni [5].

Fonti

[1] Kimura et al, Journal of Food and Drug Analysis, 2017
[2] Lee et al, Nutr Res Pract, 2009
[3] Amor et al, Nutrients, 2019
[4] Czompa et al, Int J Mol Sci, 2018
[5] Ae Wha Ha et al, Nutr Res Pract, 2015
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AUTORE
Unisce la sua passione per uno stile di vita naturale e la sua formazione universitaria, è infatti laureata in fisica e ha il dottorato di ricerca in fisica, settore biofisica. Leggere articoli scientifici, documentarsi sulle ultime ricerche e testare nuovi metodi e ricette è quindi da sempre il suo lavoro, che, speriamo, di aver reso utile.
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