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Attenzione al dolcificante sucralosio, può causare mutazioni al DNA e risultare cancerogeno

Scritto da Dr. Giorgia Cazzolli, Ph.D., aggiornato il 15 giugno, 2023
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Attenzione al dolcificante sucralosio, può causare mutazioni al DNA e risultare cancerogeno

Il campanello di allarme che viene dagli scienziati si potrebbe riassumere così, attenzione ai dolcificanti usati per sostituire lo zucchero, non sono così innocui come si pensava. Un recentissimo studio pone l'attenzione sul sucralosio, indicato in etichetta con la sigla E 955, che potrebbe persino danneggiare il DNA e aumentare il rischio di tumore. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Journal of Toxicology and Environmental Health, Part B da parte di un team americano della University of North Carolina [1][2].

I dolcificanti possono avere seri rischi per la salute

I dolcificanti sembravano essere la soluzione perfetta per concedersi piccoli peccati di gola senza osservare aumenti di peso corporeo e glicemia. Si riteneva che i dolcificanti fossero perfettamente innocui e che venissero eliminati dal corpo inalterati. La realtà è però diversa e si sta comprendendo sempre più che i dolcificanti possono avere degli effetti anche importanti sulla salute. Per esempio, uno studio dell'anno scorso aveva mostrato che i dolcificanti sucralosio e saccarina possono alterare la glicemia e il microbiota intestinale [3]. Una ricerca di due anni fa sull'aspartame aveva mostrato invece che questo dolcificante è cancerogeno sui topi, sollevando dubbi quindi sulla sua sicurezza per gli esseri umani [4]. Mentre una ricerca di quest'anno ha evidenziato che il dolcificante eritritolo, E 968, può aumentare il rischio di infarto e ictus [5].

Il sucralosio altera il DNA e aumenta il rischio di tumore, lo studio

Il sucralosio è una sostanza con un potere dolcificante pari a 650 volte quello dello zucchero. Lo si può trovare in alcune bevande, nei cereali della prima colazione, nelle gomme da masticare e nelle salse da condimento. In etichetta compare con la sigla E 955. Il punto è che il sucralosio, durante il processo di lavorazione, può formare una sostanza, chiamata sucralosio 6 acetato, che si può ritrovare poi nei prodotti dolcificati con sucralosio.

Non solo, gli scienziati hanno anche potuto osservare che alcuni batteri presenti nel nostro microbiota possono trasformare, a livello intestinale, il sucralosio proprio in sucralosio 6 acetato, che si va ad aggiungere a quello già contenuto negli alimenti.

Ebbene, lo studio di cui parliamo oggi ha mostrato che porre a contatto cellule umane del sangue con sucralosio 6 acetato può causare alterazioni nel DNA. Questo a sua volta può potenzialmente aumentare il rischio di cancro.

Non solo, gli scienziati hanno anche provato a porre in contatto il sucralosio 6 acetato con tessuto intestinale umano e hanno osservato che questo attiva i geni associati all'infiammazione, allo stress ossidativo e ai tumori. Oltre ad aumentare i radicali liberi, le infiammazioni e il rischio di degenerazioni cellulari, il sucralosio 6 acetato ha anche danneggiato la barriera intestinale, aprendo le porte a quella condizione che in inglese è chiamata leaky gut, o sindrome dell'intestino gocciolante. In pratica la barriera intestinale non è più compatta ma presenta brecce che permettono a batteri e sostanze nocive di passare dall'intestino all'intero organismo, con conseguenze come aumento dell'infiammazione, stanchezza cronica, mal di testa, dolori alle articolazioni, ansia e depressione, ma anche danni al fegato.

Conclusioni

Lo studio di oggi si aggiunge ad altri che, negli ultimi anni, stanno dimostrando che i dolcificanti non sono innocui e che andrebbero riviste le linee guida e le regole riguardanti la sicurezza alimentare. Allo stato attuale, in attesa che gli stati prendano decisioni in merito, quello che possiamo fare noi è essere consapevoli di quello che mangiamo, leggendo sempre bene le etichette alimentari e limitando, dove possibile, i cibi contenenti il dolcificante sucralosio.

Per quanto riguarda le preparazioni casalinghe, una buona scelta è evitare i dolcificanti ma preferire zucchero integrale di canna, magari in piccole quantità, o anche frutta, come la purea di mele o di datteri.

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AUTORE
Unisce la sua passione per uno stile di vita naturale e la sua formazione universitaria, è infatti laureata in fisica e ha il dottorato di ricerca in fisica, settore biofisica. Leggere articoli scientifici, documentarsi sulle ultime ricerche e testare nuovi metodi e ricette è quindi da sempre il suo lavoro, che, speriamo, di aver reso utile.
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