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Bacche di aronia contro i danni dei metalli pesanti sul cervello

Scritto da Dr. Giorgia Cazzolli, Ph.D., aggiornato il 22 febbraio, 2024

Le bacche di aronia possono aiutare a proteggere il cervello dai danni causati dall'accumulo, sul lungo periodo, di metalli pesanti come il cadmio. Vediamo di approfondire queste importantissima proprietà delle bacche di aronia, quali altre proprietà hanno queste bacche e quali sono le loro controindicazioni

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Bacche di aronia contro i danni dei metalli pesanti sul cervello

Respiriamo, mangiamo, beviamo, viviamo e, inevitabilmente, entriamo in contatto con i metalli pesanti, presenti nell'atmosfera, nel suolo e nei cibi. Per quanto minima, l'esposizione ai metalli pesanti, se protratta per tutta la vita, può causare dei danni, soprattutto al cervello e al sistema nervoso centrale. Ma dalla nostra abbiamo preziosi alleati che proteggono dai danni dei metalli pesanti, come frutti di bosco, alghe, acidi grassi omega 3 e… aronia. Proprio dei benefici dell'aronia quando si tratta di proteggere il cervello dai danni dei metalli pesanti parla una recentissima ricerca scientifica, appena pubblicata sulla rivista Nutrients da un team polacco [1].

I rischi dei metalli pesanti

I metalli pesanti vengono rilasciati da fonti naturali ma soprattutto in seguito a lavorazioni industriali e altre attività umane. I metalli pesanti vengono immessi nell'aria e poi si depositano al suolo, dove vengono assimilati da piante e animali entrando così nella catena alimentare. Il cadmio è un metallo pesante con cui entriamo facilmente in contatto. Il cadmio è presente nell'acqua e negli alimenti contaminati, soprattutto vegetali a foglia verde, patate, cereali, semi di girasole, ancora più se provengono da terreni vicini a industrie.

Non solo, il cadmio è presente nel fumo di sigaretta, sia quello che viene inalato attivamente dal fumatore che quello che viene respirato passivamente dalle persone vicine. Il cadmio può essere presente nella polvere domestica, soprattutto se si vive vicino a zone con molte industrie. Fortunatamente, il nostro corpo ha una protezione contro i metalli pesanti, tra cui anche il cadmio. I reni si occupano della sua eliminazione del corpo ed esiste una barriera che limita in larga parte il passaggio del cadmio dal sangue al cervello. Tuttavia, una piccola percentuale di cadmio raggiunge il cervello. Questo può essere un problema sul lungo periodo, basti pensare ad una persona che viene esposta, attraverso l'alimentazione, a bassi livelli di cadmio per tutta la durata della sua vita. Cosa accade in questi casi? Il cadmio rappresenta un rischio per il cervello? E in caso, cosa possiamo fare noi per proteggerci? La ricerca di cui parliamo oggi offre delle risposte a tutte queste domande.

I danni del cadmio sul cervello e la protezione dell'aronia

Lo studio si è svolto in laboratorio su una popolazione di topi. Ai topi è stata somministrata una dose di cadmio, ogni giorno per 2 anni, allo scopo di simulare l'esposizione umana al cadmio attraverso l'alimentazione. Quello che è emerso è che in effetti, seppur a basse dosi, il cadmio può, sul lungo periodo, danneggiare il cervello e il sistema nervoso centrale, aumentando i danni dei radicali liberi e diminuendo al tempo stesso le difese antiossidanti del corpo.

Non solo, sono stati osservati anche danni al DNA a livello del cervello. Queste condizioni possono aprire la strada alle neurodegenerazioni. Tuttavia, i ricercatori hanno anche eseguito un altro studio. Ad una parte dei ratti, insieme al cadmio, hanno anche somministrato estratti di bacche di aronia.

Ebbene, l'aronia ha saputo contrastare gli effetti dannosi a livello cerebrale del cadmio.

Come difenderci dai metalli pesanti

L'esposizione ai metalli pesanti è molto comune ma rappresenta anche un rischio, per tutti. Non è facile proteggersi dalla contaminazione da metalli pesanti, che sono un po' ovunque, dall'acqua che beviamo, al cibo che mangiamo, all'aria che respiriamo, tuttavia alcune scelte possono essere messe in campo per minimizzare la contaminazione. Nel caso del cadmio, ma questo discorso si applica anche agli atri metalli pesanti, è importante non fumare ed evitare il fumo passivo.

Non solo, scegliere frutta e verdura, soprattutto i vegetali a foglia verde che tendono a essere maggiormente contaminati dal cadmio, di origine biologica può essere un aiuto. Infatti, studi hanno osservato che i prodotti dell'agricoltura biologica hanno più antiossidanti e meno cadmio rispetto ai prodotti corrispondenti dell'agricoltura tradizionale [2].

Non solo, anche se non ancora opportunamente investigato, sembra che alcune sostanze introdotte con un'alimentazione varia e bilanciata, quali zinco e ferro, possano ridurre gli effetti dannosi del cadmio [3].

In più, alcuni alimenti, particolarmente ricchi di antiossidanti, hanno mostrato di proteggere il cervello e il sistema nervoso centrale dalle degenerazioni e dai danni dei metalli pesanti. Tra questi, come abbiamo visto, spicca l'aronia.

Bacche di aronia, cosa sono e proprietà

L'aronia, nome scientifico Aronia melanocarpa, è un arbusto le cui bacche sono considerate un vero superfood. Come abbiamo visto, le bacche di aronia proteggono il cervello dalle neurodegenerazioni e dai danni dei radicali liberi causati da un accumulo di metalli pesanti.

Non solo, le bacche di aronia sono ricche di sali minerali, quali potassio, magnesio e calcio, vitamine, come tocoferolo, vitamina A, vitamine del gruppo B e vitamina C, e polifenoli. Grazie a queste caratteristiche le bacche di aronia possiedono proprietà antivirali, antinfiammatorie, antitumorali, anti ipertensive e antidiabetiche [4]. Le bacche di aronia si possono trovare in forma essiccata o come succo nei negozi meglio forniti e online. Le bacche vanno inserite senza eccessi in una dieta varia e bilanciata. Presta attenzione e chiedi consigli al tuo medico se stai assumendo anticoagulanti.

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AUTORE
Unisce la sua passione per uno stile di vita naturale e la sua formazione universitaria, è infatti laureata in fisica e ha il dottorato di ricerca in fisica, settore biofisica. Leggere articoli scientifici, documentarsi sulle ultime ricerche e testare nuovi metodi e ricette è quindi da sempre il suo lavoro, che, speriamo, di aver reso utile.
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