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Come l’alimentazione può aiutare a riparare i danni al DNA

Scritto da Dr. Giorgia Cazzolli, Ph.D., aggiornato il 7 novembre, 2020
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Come l’alimentazione può aiutare a riparare i danni al DNA

Una dieta varia, che garantisca un adeguato apporto di frutta e verdura, contribuisce a farci vivere a lungo e in salute. Può aiutare infatti a tenere sotto controllo il colesterolo, la glicemia, il peso corporeo, apporta nutrienti per rinforzare il sistema immunitario e proteggere l’intestino. Ma i benefici di una dieta sana non si fermano qui. Infatti, come testimoniato da una review pubblicata pochi giorni fa sulla rivista Nutrients [1], un’alimentazione salutare apporta importanti nutrienti capaci di riparare i danni al DNA causati dai radicali liberi e che potrebbero portare a degenerazioni cerebrali e tumori.

Lo stress, ambienti inquinati ma anche l’invecchiamento aumentano i livelli dei radicali liberi. Queste sostanze, quando presenti in alte quantità, possono causare danni al DNA. Il nostro corpo è dotato di meccanismi capaci di riparare questi danni ma se i danni sono in numero troppo elevato o se si ha una carenza di alcuni nutrienti è possibile che i processi di riparazione non siano efficienti. Quali sono allora i nutrienti capaci di contrastare l’azione dei radicali liberi e di favorire i processi di riparazione del DNA? La review nomina le quattro sostanze principali, che non dovremmo mai farci mancare, lo zinco, il selenio, la vitamina C e la vitamina E. Il selenio, che si trova nei cereali integrali, nei frutti di mare e nelle noci, soprattutto nelle noci del Brasile, combatte l’azione dei radicali liberi e lavora per eliminarli dal corpo.

Non solo, in base a precedenti ricerche, sembra che il selenio sia di supporto ai processi di riparazione del DNA e che sia anche antitumorale. Lo zinco, che si trova nelle arachidi, legumi, semi, carne, cereali integrali, latte e formaggi, è un elemento cruciale per il benessere dell’organismo ma anche per la stabilità del DNA. Infatti, lo zinco supporta l’azione di proteine specifiche preposte ad individuare i danni al DNA e selezionare i meccanismi più appropriati di riparazione. La vitamina E, che si trova nell’olio d’oliva, nel burro, nell’avocado e nei vegetali a foglia verde, è una delle più potenti sostanze antiossidanti capaci di combattere i radicali liberi e la vitamina C, reperibile negli agrumi, nei kiwi, fragole, mango, broccoli e vegetali a foglia verde, pomodori e peperoni, oltre a svolgere un’azione antiossidante, preserva la stabilità del DNA. Una riduzione nell’apporto di vitamina C si riflette infatti in un aumento delle lesioni al DNA.

Purtroppo, una dieta sbilanciata, dettata dalla fretta, dalla volontà di perdere peso o anche da una mancanza di appetito, che a volte può essere osservata negli anziani, può causare una carenza di questi nutrienti. Ecco perché è importante garantirsi una dieta varia che includa cereali integrali, frutta e verdura, per prevenire eventuali problemi di cuore, cervello o degenerazioni e migliorare la qualità di vita.

Per quanto riguarda le fonti di questi nutrienti, sarebbe meglio integrare zinco, selenio, vitamina E e vitamina C con l’alimentazione. Gli integratori, infatti, dovrebbero essere assunti solo in caso di carenza conclamata e sotto controllo medico perché, se scarsi livelli di zinco, selenio e vitamine sono dannosi, lo sono anche valori eccessivi.

Fonti

[1] Kazmierczak-Baranska et al, Nutrients, 2020
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AUTORE
Unisce la sua passione per uno stile di vita naturale e la sua formazione universitaria, è infatti laureata in fisica e ha il dottorato di ricerca in fisica, settore biofisica. Leggere articoli scientifici, documentarsi sulle ultime ricerche e testare nuovi metodi e ricette è quindi da sempre il suo lavoro, che, speriamo, di aver reso utile.
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