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Contrasta le neurodegenerazioni con il basilico

Scritto da Dr. Giorgia Cazzolli, Ph.D., aggiornato il 18 ottobre, 2021
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Contrasta le neurodegenerazioni con il basilico

Cosa fa invecchiare il nostro cervello aprendo la strada alle neurodegenerazioni? Ed è possibile contrastare questo fenomeno? Una recentissima ricerca scientifica, pubblicata pochi giorni fa sulla rivista Frontiers in Aging Neuroscience da un team americano della University of South Florida [1], sembra far luce sul meccanismo alla base dello sviluppo delle neurodegenerazioni e propone anche un possibile candidato per contrastarle, una sostanza derivante dal basilico, ma vediamo di approfondire meglio.

Il collegamento tra intestino cervello

Tutto parte, come sempre, dal microbiota intestinale. I batteri buoni del nostro microbiota, infatti, producono particolari sostanze, gli acidi grassi a catena corta, che sono la principale fonte di nutrimento delle cellule del colon.

Non solo, una parte di queste sostanze supera la barriera intestinale per entrare nel flusso sanguigno e arrivare così al cervello. Il meccanismo di azione fino ad oggi non era chiaro ma sono emerse evidenze che questi acidi grassi a catena corta sono in grado di influenzare la salute del cervello. Con l'età gli acidi grassi a catena corta si riducono di numero riducendo così la loro funzione neuroprotettiva.

Il meccanismo svelato

Ebbene, i ricercatori americani, attraverso test in laboratorio, sono arrivati a scoprire che questi acidi grassi a catena corta interagiscono con una molecola, il FFAR2. Come osservato nello studio di cui parliamo oggi, FFAR 2 agisce contrastando l'accumulo tossico di proteine beta amiloidi. L'accumulo di queste proteine, insieme alla neuroinfiammazione, rappresenta il carattere distintivo e la miccia che fa esplodere l'Alzheimer.

Il ruolo protettivo del basilico

Ma i ricercatori non si sono accontentati di capire il meccanismo che unisce la salute del microbiota intestinale con quella del cervello. Gli scienziati hanno cercato infatti di comprendere se è possibile trovare un altro candidato capace di mimare l'azione degli acidi grassi a catena corta e sostituirsi a loro quando questi risultano carenti. Questa sostanza è stata trovata ed è il fencolo, un composto contenuto nel basilico e che conferisce a questa piantina il suo inconfondibile aroma.

Conclusioni

Tuttavia, come gli stessi autori dello studio sottolineano, questi risultati non devono portare a ingerire quantità eccessive di basilico. Infatti, la ricerca è appena all'inizio e ancora si deve capire il dosaggio per un'azione ottimale. Certamente però, all'interno di una dieta sana ed equilibrata, può trovare spazio anche il basilico, aggiunto ai sughi o alle insalate.

Fonti

[1] Razazan et al, Front. Aging Neurosci., 2021
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AUTORE
Unisce la sua passione per uno stile di vita naturale e la sua formazione universitaria, è infatti laureata in fisica e ha il dottorato di ricerca in fisica, settore biofisica. Leggere articoli scientifici, documentarsi sulle ultime ricerche e testare nuovi metodi e ricette è quindi da sempre il suo lavoro, che, speriamo, di aver reso utile.
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