Coronavirus, l’acqua dal rubinetto è sicura?

Ha creato un po’ di preoccupazione la notizia che tracce di coronavirus siano state trovate a Parigi nella rete idrica non potabile e a Milano e Roma nelle acque di scarico. Cosa significa questo? C’è da temere un contagio attraverso l’acqua? Anticipiamo subito che la risposta è no, ma vediamo cosa dicono la scienza e gli esperti del settore.
Coronavirus, il ritrovamento nelle acque di scarico
Frammenti di RNA virale del coronavirus sono stati trovati nelle acque di scarico di città come Roma e Milano in seguito ad una ricerca condotta dal Dipartimento Ambiente e Salute dell'Istituto Superiore di Sanità e che verrà pubblicata a breve. Tuttavia, come sottolineato dagli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità, trovare un frammento virale non vuol dire trovare il virus attivo. Infatti, non è stata trovata la particella intatta con il suo strato protettivo di proteine. Questo vale anche per gli altri virus e batteri, non solo per il nuovo coronavirus.
In più, trovare tracce di virus nelle acque di scarico non è solo possibile ma è anche da aspettarselo vista la diffusione dell’epidemia. Quello che gli esperti affermano, ed è anche la ragione principale che ha portato l’Istituto Superiore di Sanità a condurre la ricerca, è che questo ritrovamento è importante più che altro per poter stimare la presenza di eventuali focolai e, in caso, limitarli tempestivamente.
Coronavirus, e l’acqua potabile?
Come affermato da uno studio [1] e da una ricerca dello stesso Istituto Superiore di sanità, il ciclo a cui viene sottoposta l’acqua perché diventi potabile garantisce la soppressione della presenza eventuale del virus. Lo stesso effetto viene garantito anche dagli impianti di depurazione e questo vale sia per il nuovo coronavirus che per altri patogeni.
Pertanto, l’acqua che arriva fino a casa non rappresenta un rischio per la salute.