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Coronavirus, le mascherine fatte in casa proteggono?

Scritto da Dr. Giorgia Cazzolli, Ph.D., aggiornato il 4 maggio, 2020
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Coronavirus, le mascherine fatte in casa proteggono?

L’emergenza coronavirus, che si è rivelata più virulenta del previsto, ha reso le mascherine uno strumento di protezione personale necessario ma, purtroppo, non sempre facilmente reperibile o acquistabile a prezzi giusti. Ecco perché in molti si sono ingegnati per prodursi a casa mascherine riutilizzabili. Queste mascherine fai da te possono aiutare? Uno studio pubblicato pochi giorni fa sulla rivista ACS Nano da parte di un team dell’università di Chicago [1] prova a rispondere a questa domanda.

Come si è svolto lo studio

Il nuovo coronavirus si trasmette attraverso il contatto con goccioline infette, emesse quando una persona parla, respira, starnutisce o tossisce. Le goccioline, come hanno dimostrato diversi studi, hanno diverse dimensioni, possono essere più grandi con un diametro superiore ai 5 micrometri, ma anche più piccole, formando quello che si chiama aerosol. Può capitare che l’aerosol possa passare attraverso le aperture di alcuni tessuti. Ecco perché è importante capire quali possono essere i materiali migliori capaci di filtrare goccioline ed aerosol.

Gli scienziati hanno così ricreato goccioline di diverso diametro tra 10 nanometri e 6 micrometri e, usando un ventilatore, le hanno inviate contro diversi tipi di tessuto ad una velocità corrispondente a quella di una persona che respira a riposo. Hanno quindi misurato la quantità di particelle in aria prima e dopo il tessuto per valutare la capacità di questo di filtrare le goccioline. Vediamo quindi i risultati.

Coronavirus e mascherine, ecco i materiali filtranti migliori

Come riferimento per leggere i risultati usiamo mascherine del tipo FFP2 indossate senza lasciare spazi. Queste mascherine hanno filtrato l’85% delle particelle con diametro inferiore a 300 nm e il 99,9% di particelle con diametro superiore. Le mascherine chirurgiche, che si acquistano in farmacia o nei negozi, filtrano il 76% delle particelle più piccole e il 99,6% di quelle più grandi.

Per quanto riguarda i tessuti per mascherine fai da te, i risultati migliori si sono ottenuti combinando due materiali, uno strato di cotone a trama fitta e due strati di chiffon spandex in poliestere. Questo tipo di combinazione ha filtrato il 97% delle particelle più piccole e il 99% di quelle più grandi. Risultati simili si sono ottenuti sostituendo lo chiffon con la seta o la flanella. Ma attenzione, le maschere devono aderire, la presenza di apertura fa calare notevolmente la capacità filtrante intorno al 35%. Usare come mascherina unicamente uno strato di seta, come potrebbe essere una sciarpina, dimostra di filtrare il 55% in media sia di particelle più piccole che più grandi. Quattro strati di seta invece aumentano il potere filtrante che si attesta intorno a 87%. E se invece si ha a disposizione solo il cotone, la ricerca ha osservato che due strati di tessuto di cotone a 600 fili hanno filtrato l’82% delle particelle più piccole e il 99,5% di quelle più grandi.

La differenza di azione tra cotone, chiffon e seta

Infine, gli scienziati hanno anche fornito una spiegazione su come agiscono i diversi materiali. I tessuti a trama fitta, come il cotone, forniscono una barriera meccanica al passaggio delle particelle, opponendosi quindi fisicamente a queste, mentre materiali come chiffon o seta sono più una barriera elettrostatica.

Fonti

[1] Konda et al, 2020
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AUTORE
Unisce la sua passione per uno stile di vita naturale e la sua formazione universitaria, è infatti laureata in fisica e ha il dottorato di ricerca in fisica, settore biofisica. Leggere articoli scientifici, documentarsi sulle ultime ricerche e testare nuovi metodi e ricette è quindi da sempre il suo lavoro, che, speriamo, di aver reso utile.
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