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Dentifricio, a cosa serve e come sceglierlo

Scritto da Dr. Giorgia Cazzolli, Ph.D., aggiornato il 5 novembre, 2023
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Dentifricio, a cosa serve e come sceglierlo

I dentifrici non sono tutti uguali e alcuni ingredienti possono risultare, più di altri, maggiormente benefici in base alle nostre esigenze, come protezione dello smalto dei denti e prevenzione alla formazione di carie. Invece, alcune sostanze contenute nei dentifrici possono risultare irritanti o aumentare persino il rischio di osteoporosi

Di sicuro è capitato a tutti di trovarsi di fronte al reparto del supermercato dedicato ai dentifrici e non sapere quale comperare, tanto vasta era la scelta di prodotti offerti. Spesso, infatti, intere pareti sono coperte di scatolette contenenti dentifrici che reclamizzano con etichette colorate che ogni prodotto è il migliore per l'igiene dei denti. Ma un dentifricio vale l'altro? A cosa serve il dentifricio? E ancora, come scegliere il dentifricio in base alle esigenze personali? Vediamo di fare un po' di chiarezza.

Dentifricio, a cosa serve

Il dentifricio è una pasta o un gel che contribuisce, insieme allo spazzolino e al filo interdentale, alla cura e all'igiene del cavo orale, aiutando ad eliminare i batteri dalla superficie dei denti e, in alcuni casi, in base agli ingredienti che contiene, anche a proteggere lo smalto dei denti e le gengive.

Dentifricio, gli ingredienti che fanno la differenza

Come base, i dentifrici sono tutti simili tra loro. La differenza la fanno alcuni ingredienti. Per esempio, il fluoro è uno degli ingredienti più ricercati in un dentifricio, perché permette di proteggere lo smalto dei denti e di contrastare i danni dei batteri responsabili delle carie. Esistono i dentifrici antiplacca e antibatterici, che contrastano l'accumulo di placca sui denti, ed esistono i dentifrici sbiancanti, che contengono agenti abrasivi pensati per rimuovere le macchie dai denti causate, per esempio, da fumo, alimenti, bevande o tartaro. Questi dentifrici devono essere usati con cautela per evitare un'azione di erosione dello smalto dentale. In ogni caso, è il dentista che dovrebbe indirizzare alla scelta del tipo di dentifricio che più fa al caso nostro e alle nostre esigenze.

Fluoro nei dentifrici, quello che c'è da sapere

Il fluoro aggiunto ai dentifrici effettivamente aiuta a ridurre la formazione di carie, contrastando la demineralizzazione dello smalto, promuovendo la remineralizzazione dello smalto e inibendo il metabolismo dei batteri cariogeni [1]. Una quantità di 1000 o 1100 ppm di fluoro ha mostrato benefici per gli adulti. Nei bambini il discorso è più delicato. In questo caso effetti benefici si sono osservati con 1500 ppm di fluoro [2]. Tuttavia, il rischio è che il bambino, se non sa lavarsi i denti in modo corretto, possa ingerire il fluoro e causare una condizione di fluorosi dentale, con la comparsa di discolorazione sui denti e alterazioni nella forma e nella resistenza dentale [3]. Per questo motivo, è importante insegnare la corretta pulizia e usare una quantità di dentifricio non più grande di un chicco di riso per bambini sotto i 3 anni e di un pisello per bambini sopra i 3 anni di età e fino a 6 anni [3].

Attenzione al sodium lauryl sulfate

I dentifrici possono contenere un particolare tipo di detergente, chiamato sodium lauryl sulfate. Questa sostanza risulta irritante e non dovrebbe rimanere in bocca per troppo tempo. In particolare, in persone sensibili può causare ulcere in bocca e infiammazione del cavo orale [4]. Quindi, in caso di afte ricorrenti il consiglio è di evitare o almeno limitare l'uso di dentifrici contenenti sodium lauryl sulfate.

Attenzione al triclosan

I dentifrici possono contenere triclosan, un agente antibatterico. Triclosan, se contenuto nel dentifricio, compare nell'etichetta che elenca tutti gli ingredienti usati per la preparazione del prodotto. L'aggiunta di triclosan permette di specificare che il dentifricio è antibatterico, certo, ma siamo sicuri che sia una mossa vincente per la salute? Come testimonia un interessantissimo articolo dell'Università di Harvard (Shmerling, Harvard Health Blog), il mondo scientifico ha iniziato a farsi diverse domande sulla sicurezza del triclosan, dal momento che sono molti i prodotti che lo contengono, dai saponi, ai detergenti per mani e, appunto, i dentifrici. Analizzando campioni di urine è emerso che il 75% presenta livelli rilevabili di triclosan. Studi condotti in laboratorio, ma non ancora su esseri umani, hanno fatto avanzare il sospetto che il triclosan possa aumentare la resistenza ai batteri e possa influenzare la sintesi di ormoni nel corpo. Una recentissima ricerca condotta su 1800 donne ha mostrato che valori più elevati di triclosan nelle urine sono connessi ad un aumento del rischio di osteoporosi, soprattutto in donne in menopausa [5]. Allo stato attuale, un solo studio ha riportato che il triclosan contenuto nei dentifrici potrebbe ridurre la placca e il sanguinamento gengivale ma, come indicato dagli stessi autori della ricerca, la riduzione di questi sintomi è ritenuta troppo piccola per essere significativa. In ogni caso non sono stati valutati gli effetti del dentifricio contenente triclosan sul lungo periodo [6]. Riassumendo quanto appreso, ad oggi nessuno studio ha dimostrato in modo chiaro i benefici del triclosan per il cavo orale, mentre molti studi dimostrano che questa sostanza potrebbe causare dei disturbi sul lungo periodo. Con questo non intendiamo dire che adesso deve partire la caccia ai dentifrici per casa e, in caso questi contengano triclosan, devono essere buttati. Assolutamente no. Ma riteniamo che sia giusto essere informati e, per la prossima volta che ci troveremo a scegliere il dentifricio, possiamo valutare meglio gli ingredienti.

I dentifrici naturali

Diventa sempre più facile reperire sul mercato dentifrici naturali, che non contengono fluoro o agenti chimici come il triclosan o la clorexidina. Questi dentifrici sono realizzati con estratti di piante e oli essenziali e sono considerati sicuri e benefici. Per esempio, dentifrici a base di camomilla, salvia, arnica o echinacea hanno mostrato un'azione antinfiammatoria e utile a contrastare gengivite e parodontite, mentre gli oli essenziali di timo, cannella, origano e chiodi di garofano sono risultati antibatterici, utili a inibire i batteri cariogeni [7].

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AUTORE
Unisce la sua passione per uno stile di vita naturale e la sua formazione universitaria, è infatti laureata in fisica e ha il dottorato di ricerca in fisica, settore biofisica. Leggere articoli scientifici, documentarsi sulle ultime ricerche e testare nuovi metodi e ricette è quindi da sempre il suo lavoro, che, speriamo, di aver reso utile.
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