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Digiuno intermittente, attenzione ai suoi effetti sul lungo periodo

Scritto da Dr. Giorgia Cazzolli, Ph.D., aggiornato il 11 aprile, 2024

Il digiuno intermittente fa bene o fa male? Una recente ricerca scientifica offre una risposta che potrebbe essere conclusiva a questa domanda.

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Un piatto con verdure su un tavolo

Il digiuno è una pratica antica, come rito di purificazione o come rimedio per rigenerare il corpo. Anche al giorno d'oggi il digiuno sta acquistando popolarità per contrastare obesità, diabete e malattie cardiovascolari, soprattutto in una sua variante, il digiuno intermittente, che consiste nel mangiare in un certo lasso di tempo prefissato e digiunare nelle ore restanti.

Ovunque si parla di digiuno intermittente e tanti, anche senza appoggiarsi ad esperti, decidono di seguirne le linee guida.

Ma quali sono le conseguenze sul lungo termine del digiuno intermittente? Questa pratica fa effettivamente bene alla salute, come si sente dire, o può risultare dannosa?

Una recentissima ricerca scientifica fa luce su questo aspetto. Lo studio è stato presentato poche settimane fa al meeting dell'American Heart Association, tenuto dal 18 al 21 marzo a Chicago [1].

In cosa consiste il digiuno intermittente e quali sono i suoi benefici

Il digiuno intermittente può seguire diversi metodi. Il modo più popolare di praticarlo, e anche il più soft, è il cosiddetto digiuno intermittente 16/8. Questo significa che la persona mangia nell'arco di 8 ore e digiuna le altre 16. Quindi, per fare un esempio pratico, è possibile mangiare dalle 8 alle 16 e poi astenersi dall'assumere cibo, saltando di fatto la cena, è permesso solo bere bevande senza zucchero. Oppure è possibile saltare la colazione e mangiare a pranzo e cena e poi digiunare.

Studi precedenti hanno dimostrato che, sul breve termine e solo in persone obese e con glicemia alterata, il digiuno intermittente ha migliorato la resistenza all'insulina e ha aiutato a perdere peso [2].

Invece, sempre sul breve termine, in persone normopeso o in sovrappeso, donne in particolare, il digiuno intermittente ha aumentato la resistenza all'insulina, dimostrandosi così più dannoso che benefico [3]. E sul lungo termine, cosa accade? Ecco che entra in gioco la ricerca appena presentata al meeting di Chicago.

Ma prima, per riassumere:

  • Il digiuno intermittente, sul breve termine e in persone obese e con alti livelli di zuccheri nel sangue, ha aiutato a dimagrire e a contrastare la resistenza all'insulina, l'anticamera del diabete
  • Il digiuno intermittente in persone normopeso o in sovrappeso ha aumentato la resistenza all'insulina, già dopo poche settimane

Il digiuno intermittente sul lungo periodo aumenta il rischio di mortalità causata da malattie

Gli scienziati hanno reclutato 20000 persone, tutte adulte sopra i 18 anni. Ai volontari è stato chiesto di compilare un questionario indicando gli orari a cui avevano l'abitudine di mangiare. Poi, i partecipanti allo studio sono stati seguiti per anni, da un minimo di 7 a un massimo di 17 anni. Quello che è emerso deve far riflettere.

Le persone con l'abitudine di praticare il digiuno intermittente secondo il piano 16/8 avevano una probabilità più alta del 91%, rispetto a coloro che avevano l'abitudine di mangiare normalmente nell'arco di 12-16 ore, di incorrere in eventi cardiovascolari infausti.

Un'analisi ulteriore ha mostrato che le persone che già soffrivano di cuore all'inizio dello studio e che seguivano un digiuno intermittente più soft, mangiando in un arco temporale di 10 ore e non di 8, comunque presentavano un aumento del 66% del rischio di sviluppare eventi cardiovascolari infausti.

In generale, il digiuno intermittente non ha mostrato, sul lungo periodo, di allungare la vita, anzi, semmai si va verso un'azione opposta. Per esempio, un altro risultato che emerge dallo studio è che, tra persone con una diagnosi di tumore, coloro che avevano l'abitudine di assumere cibo in un arco temporale di 16 ore in una giornata, quindi senza restrizioni, presentavano una maggiore longevità.

Digiuno intermittente, conclusioni e considerazioni

Lo studio ha delle limitazioni. La principale è che non si conosce il modo con cui i volontari si alimentavano, così da poter escludere eventuali influenze del tipo di dieta seguita.

Tuttavia, i risultati che sono emersi devono far pensare. Il digiuno intermittente sta venendo reclamizzato come panacea di ogni male. Tuttavia, la verità non sembra questa.

In particolari condizioni, se per esempio sono già presenti alterazioni della glicemia o si è obesi, e sotto controllo medico, sul breve termine in effetti questo tipo di alimentazione ha mostrato risultati interessanti. Ma non di più. Sul lungo termine i risultati sembrano far propendere verso effetti più dannosi che benefici, sia in persone già provate da malattie che sane.

In più, il rischio del fai da te è molto elevato, con la possibilità di non assumere tutti i nutrienti e di non seguire una dieta sana e varia.

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AUTORE
Unisce la sua passione per uno stile di vita naturale e la sua formazione universitaria, è infatti laureata in fisica e ha il dottorato di ricerca in fisica, settore biofisica. Leggere articoli scientifici, documentarsi sulle ultime ricerche e testare nuovi metodi e ricette è quindi da sempre il suo lavoro, che, speriamo, di aver reso utile.
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