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Fagioli borlotti

Scritto da Dr. Giorgia Cazzolli, Ph.D., aggiornato il 17 gennaio, 2018
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Fagioli borlotti

Proteine, sali minerali soprattutto il potassio, ma anche ferro e magnesio, vitamine e acido folico, fonte di fibre per il benessere intestinale, capaci di abbassare i livelli di colesterolo LDL come provato da studi scientifici, di aiuto a stabilizzare la glicemia

Il fagiolo, nome scientifico Phaseolus vulgaris, appartiene alla famiglia delle Leguminose. I semi della pianta, contenuti nei baccelli, sono commestibili e rappresentano un’ottima alternativa a carne e formaggi dal momento che apportano importanti quantità di proteine. Contengono sali minerali, soprattutto potassio, utile a regolare la pressione sanguigna, ma anche fosforo, ferro, calcio e magnesio, vitamine del gruppo B e acido folico. Ne esistono diverse varietà, qui parliamo di una molto comune, il fagiolo borlotto, reperibile sia sotto forma di legume essiccato che in scatola già cotto. Ha un colore rossiccio e si presta bene ad essere utilizzato in zuppe o minestre. I borlotti sono anche ricchi di fibra, risultando utili per contrastare la stitichezza, sono poveri di grassi ma soprattutto sono capaci di ridurre i livelli di colesterolo svolgendo in questo modo un ruolo protettivo nei confronti della salute del sistema cardiovascolare. Come prova di quanto affermato possiamo citare diversi studi scientifici, come la ricerca pubblicata sulla rivista American Journal of clinical nutrition [1] o anche, più recentemente, la ricerca pubblicata sulla rivista Journal of the American College of Nutrition [2], che dimostrano come i fagioli borlotti, quando inseriti nella dieta di uomini con un livello di colesterolo elevato, siano stati capaci di ridurre il colesterolo totale, si è registrata un riduzione media del 19%, e il colesterolo LDL, quello cattivo, con un riduzione in questo caso del 14%. Infine i fagioli, come tutti i legumi, stabilizzano la glicemia e per questo motivo possono risultare un aiuto per chi deve tenere sotto controllo il livello di zuccheri nel sangue.

Fonti

[1] Jenkins et al., 1983
[2] Winham et al., 2007
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AUTORE
Unisce la sua passione per uno stile di vita naturale e la sua formazione universitaria, è infatti laureata in fisica e ha il dottorato di ricerca in fisica, settore biofisica. Leggere articoli scientifici, documentarsi sulle ultime ricerche e testare nuovi metodi e ricette è quindi da sempre il suo lavoro, che, speriamo, di aver reso utile.
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