Fragole e frutti di bosco, l'elisir di lunga vita per un cervello sempre giovane

Il miglior elisir contro l'invecchiamento è… un cestino di fragole! E se ci aggiungiamo anche altri frutti di bosco, come i mirtilli, è ancora meglio. Infatti, i diversi frutti di bosco hanno mostrato di proteggere aree cerebrali diverse dai danni di infiammazioni e radicali liberi, rinforzando e migliorando la memoria, la capacità di apprendimento e le funzionalità esecutive. Questo emerge da una recente ricerca scientifica pubblicata sulla rivista British Journal of Nutrition da un team americano della USDA Human Nutrition Research Center on Aging at Tufts University [1].
Il cervello che invecchia e il ruolo dell'alimentazione
Man mano che invecchiamo il nostro corpo perde la capacità di proteggersi dai danni delle infiammazioni e dei radicali liberi. Come effetto possono manifestarsi un deterioramento della funzionalità cognitiva, motoria e neuronale. Tuttavia, studi hanno dimostrato che alcune scelte alimentari possono contrastare i danni dei processi di invecchiamento e preservare alcune funzionalità. Tra questi alimenti emergono senza dubbio i frutti di bosco, ricchi in polifenoli e dall'azione antinfiammatoria e antiossidante. Studi precedenti compiuti su animali sono stati in grado di mostrare che l'assunzione di fragole ha potuto migliorare diversi parametri di salute cerebrale. E cosa accade agli esseri umani? Qui entra in gioco lo studio di cui parliamo oggi.
Fragole e altri frutti di bosco per proteggere il cervello
Gli scienziati hanno reclutato 37 persone, di età compresa tra 60 e 75 anni. I volontari sono stati divisi in due gruppi. Al primo gruppo è stato chiesto di assumere 300 grammi di fragole, ogni giorno per 3 mesi. Il secondo gruppo doveva assumere invece un placebo. All'inizio, a metà e al termine dell'esperimento i volontari sono stati sottoposti a test per valutare la funzionalità cognitiva.
Ebbene, coloro che avevano assunto le fragole mostravano miglioramenti significativi nell'esecuzione dei test. In particolare, sono migliorati i tempi di reazione, quando veniva chiesto di riconoscere le parole, così come la capacità di memorizzare le posizioni degli oggetti e di muoversi nello spazio, pianificando un percorso. Quanto osservato si riconduce a un miglioramento nella regione dell'ippocampo. Degno di nota il fatto che uno studio precedente, condotto dallo stesso gruppo di ricerca, aveva mostrato che negli esseri umani l'assunzione di mirtilli è in grado invece di migliorare le funzioni esecutive e non la memoria. Le funzioni esecutive coinvolgono più funzioni come pianificare azioni, rimanere focalizzati su qualcosa anche in presenza di distrazioni e mostrare autocontrollo.
Pertanto, questo ha permesso agli scienziati di ipotizzare che i diversi frutti di bosco agiscano anche su aree diverse del cervello. In particolare, si ritiene che i polifenoli dei mirtilli agiscano proteggendo la corteccia frontale mentre i polifenoli contenuti nelle fragole l'ippocampo. La conclusione è che un mix di frutti di bosco è l'elisir di lunga vita ideale, capace di agire su diverse regioni cerebrali apportando benefici in più ambiti, dalla memoria alla funzionalità esecutiva.
Conclusioni
Altri studi seguiranno per confermare la diversa azione a livello cerebrale dei diversi tipi di frutti di bosco. In particolare, sarà interessante osservare l'aumento di specifici polifenoli in particolari regioni del cervello in seguito all'assunzione di frutti di bosco in modo da risalire all'azione di ogni frutto. Per il momento, però, anche se appena all'inizio, lo studio è di vitale importanza in quanto permette di capire quanto siano importanti i frutti di bosco nella dieta quotidiana per proteggersi dai processi di invecchiamento. Via libera alle fragole quindi, se non vi è un'allergia, ma anche ai mirtilli e perché no a more e lamponi, in attesa di chiarire le loro proprietà.