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Frutti di bosco scuri contro il diabete tipo 2

Scritto da Dr. Giorgia Cazzolli, Ph.D., aggiornato il 7 dicembre, 2020
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Frutti di bosco scuri contro il diabete tipo 2

I frutti di bosco, soprattutto quelli di colore scuro come mirtilli neri e ribes nero, aiutano a regolare la glicemia, tenendo a bada i pericolosi picchi glicemici dopo mangiato. Questo è il risultato di una recentissima ricerca scientifica pubblicata poche settimane fa sulla rivista British Journal of Nutrition da parte di un team di scienziati dell’Università della Finlandia Orientale [1].

Ribes nero e mirtillo nero sono ricchi in antociani, che sono antiossidanti responsabili del colore blu scuro dei frutti. Gli antociani sono però anche sostanze molto potenti che contrastano i radicali liberi, le infiammazioni e riducono l’assorbimento del glucosio ingerito con i cibi interagendo direttamente con gli enzimi preposti alla digestione dei carboidrati e con le proteine adibite al trasporto del glucosio. I ricercatori hanno osservato che gli effetti benefici sulla glicemia si hanno già con una piccola porzione di frutti di bosco, 75 grammi o 1,5 dL. In particolare, sono stati reclutati 26 volontari, divisi in quattro gruppi. Dopo una notte di digiuno ai volontari è stata servita la colazione contenente, per tutti e quattro i gruppi, la stessa quantità di carboidrati e di zuccheri. Solo che la colazione del primo gruppo era preparata con un purè di ribes nero e zucchero, quella del secondo con un purè di ribes nero e quinoa, al terzo gruppo era stato servito un prodotto base senza ribes nero e al quarto, usato come controllo, un bicchiere di acqua e zuccheri. In seguito, a tutti i gruppi è stata misurata la glicemia e la quantità di insulina ogni quindici minuti per tre ore dopo il pasto. Quello che è emerso è che i due gruppi che avevano ricevuto il purè preparato con ribes nero presentavano valori inferiori di glicemia massima ma anche di insulina rilasciata. Questo quindi indica che il ribes nero è riuscito ad attenuare la risposta glicemica del corpo e a migliorare la sensibilità all’insulina. Questo effetto, sul lungo periodo, può contribuire a contrastare la sviluppo del diabete tipo 2.

Fonti

[1] Lappi et al, BJN, Nov 2020
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AUTORE
Unisce la sua passione per uno stile di vita naturale e la sua formazione universitaria, è infatti laureata in fisica e ha il dottorato di ricerca in fisica, settore biofisica. Leggere articoli scientifici, documentarsi sulle ultime ricerche e testare nuovi metodi e ricette è quindi da sempre il suo lavoro, che, speriamo, di aver reso utile.
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