I consigli alimentari per vivere più lungo e più sani

La carne, c'è chi non se la fa mai mancare, chi invece la limita e chi invece ci ha proprio rinunciato, a volte con qualche dubbio se stia o meno facendo la scelta corretta. Due ricerche scientifiche molto recenti fanno luce su questo argomento e mostrano chiaramente che chi limita la carne vive più in salute. Ma vediamo di capire meglio.
Carne, fonte di sostentamento ma senza esagerare
La carne fa parte della nostra dieta da sempre, era, anzi, l'alimento principale per l'uomo preistorico e la sua disponibilità poteva determinare la differenza tra vivere e morire. E la fama e l'importanza della carne non ha praticamente mai vacillato, dal momento che, comunque, la carne rimane un'ottima fonte di proteine e ferro, fino ad arrivare ai giorni nostri. Negli ultimi anni, però, si sta facendo strada una nuova consapevolezza e cioè che la carne può, se consumata in eccesso o se sottoposta a particolari lavorazioni, causare danni al nostro corpo. Studi hanno dimostrato che chi consuma regolarmente carne rossa, lavorata o non lavorata, ha, sul lungo periodo, un rischio più elevato di sviluppare una degenerazione cellulare del colon e non solo.
Carne e tumori, uno studio approfondisce il legame
La prima ricerca è stata pubblicata sulla rivista BMC Medicine da un team dell'Università di Oxford [1]. Gli scienziati si sono basati sui dati riguardanti stile di vita e salute di ben 472 377 volontari partecipanti al grande studio UK Biobank. I volontari sono stati seguiti per un periodo di 11 anni per valutare il loro stato di salute e poterlo confrontare con le loro scelte in campo alimentare. Quello che è emerso è che coloro che consumano carne rossa o lavorata in basse quantità, e cioè meno di cinque porzioni a settimana, presentano un rischio inferiore di sviluppare tumore al colon rispetto a chi ne consuma più di 5 porzioni a settimana. Donne vegetariane in post menopausa che dichiarano di non consumare carne rossa o carne lavorata presentano un rischio inferiore di sviluppare tumore al seno, oltre a presentare un indice di massa corporea inferiore, rispetto alle donne della stessa età che però consumano questi alimenti. Uomini vegetariani che non mangiano carne rossa ma che consumano pesce hanno un rischio inferiore di sviluppare tumore alla prostata rispetto a uomini che invece consumano anche la carne rossa e lavorata.
Meno carne e più salute, lo studio
Il secondo studio è stato pubblicato, come il precedente, dallo stesso team dell'Università di Oxford sulla rivista BMC Medicine [2]. I ricercatori, in questo caso, si sono focalizzati sugli effetti che un elevato consumo di carne, sia bianca che rossa, può avere sull'organismo e in particolare sul rischio di sviluppare malattie diverse dal tumore. Gli scienziati, anche in questo caso, hanno analizzato i dati di volontari che avevano aderito allo studio UK Biobank, per un totale di 474 985 persone, tutti adulti. I partecipanti allo studio sono stati seguiti per un totale di 8 anni. Quello che è emerso è che un elevato consumo di carne rossa, lavorata e non, è associata ad un rischio maggiore di sviluppare polmonite, malattie cardiache, diverticoli, polipi del colon e diabete. In particolare, ogni porzione da 70 grammi in più al giorno di carne rossa, lavorata e non, fa registrare un aumento del 15% del rischio di sviluppare malattie cardiovascolari e un aumento del 30% del rischio di sviluppare diabete. Gli scienziati hanno osservato che anche il pollame è da consumarsi in quantità non eccessive. Infatti, ogni aumento di 30 grammi al giorno di questo tipo di carne può portare ad un aumento del 17% del rischio di sviluppare reflusso e un aumento del 15% del rischio di diabete.
Conclusioni
Legumi, frutta, verdura, cereali integrali ma anche pesce, questi sono gli alimenti da favorire per vivere a lungo e in salute. La carne rossa è una fonte di proteine e ferro e aiuta a prevenire l'anemia, quindi è indubbio il suo apporto per la salute, ma per ridurre il rischio di malattie andrebbe limitata, così come la carne lavorata e il pollame.