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I rischi dell'obesità e di una dieta ad alto contenuto di grassi

Scritto da Dr. Giorgia Cazzolli, Ph.D., aggiornato il 4 settembre, 2024

Attenzione a obesità e dieta ricca di grassi saturi, queste due condizioni insieme aumentano l'infiammazione cronica e il rischio di ipertensione, malattie cardiovascolari e neurodegenerazioni. Approfondiamo questo argomento indicando anche quali acidi grassi sono stati studiati e in quali alimenti si trovano

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Bruschetta

Quello che mangiamo può proteggere la nostra salute o, al contrario, risultare dannoso, aprendo le porte a infiammazioni, aumento dei radicali liberi e malattie.

È stato osservato che, in caso di sovrappeso e obesità, alcuni tipi di acidi grassi, in particolare acidi grassi saturi come l'acido palmitico, possono aumentare l'infiammazione cronica e causare l'invecchiamento di cellule deputate a regolare diversi processi corporei, tra cui anche la pressione sanguigna.

Oggi parliamo proprio di questo sulla base di una recentissima ricerca scientifica appena pubblicata sulla rivista Nutrients da un team americano [1].

Prima, però, cerchiamo di capire cos'è l'acido palmitico e dove si trova.

1 Cos'è l'acido palmitico e dove si trova

L'acido palmitico è l'acido grasso saturo più presente nella nostra alimentazione.

L'acido palmitico non è da demonizzare. Infatti, se assunto in quantità moderata svolge diverse funzioni essenziali. Per esempio, l'acido palmitico [2][3]:

  • Supporta la salute del cervello durante l'intero arco della vita
  • È un precursore di molecole che a loro volta regolano l'infiammazione
  • Promuove la trasmissione di segnali tra cellule

Tuttavia, è importante non esagerare mai con le quantità in quanto l'acido palmitico, seppur indispensabile alla vita, se in eccesso risulta dannoso.

Purtroppo è facile eccedere con la quantità di acido palmitico in quanto, come accennato, la nostra alimentazione è ricca di questo acido grasso. In particolare, l'acido palmitico si trova nei seguenti alimenti, sia di origine animale che vegetale:

  • Olio di palma, in una percentuale fino al 47% tra tutti gli acidi grassi presenti
  • Lardo, di cui costituisce il 21% di tutti gli acidi grassi
  • Carni lavorate, come salame, mortadella o prosciutto, dove la quantità di acido palmitico aumenta notevolmente rispetto alla carne fresca
  • Burro
  • Panna
  • Oli vegetali, come d'oliva, di girasole, di avocado, di arachidi o di cocco

2 I danni dell'acido palmitico in caso di sovrappeso e obesità

Lo studio si è svolto in laboratorio su cellule del sistema nervoso centrale, chiamate astrociti, poste a contatto con acido palmitico per ricreare l'ambiente tipico che si può ritrovare in caso di sovrappeso e obesità a causa di un'alimentazione sbilanciata.

Infatti, in caso di sovrappeso e obesità gli acidi grassi in eccesso vengono rilasciati nel flusso sanguigno e sono liberi di muoversi nel corpo, mantenendo un continuo stato di infiammazione.

Quello che è emerso è che:

  • L'acido palmitico ha aumentato la presenza di radicali liberi e i danni al DNA a livello degli astrociti
  • L'acido palmitico ha aumentato gli indicatori dell'invecchiamento cellulare degli astrociti. Questo invecchiamento viene chiamato senescenza, in cui si ha l'arresto dei processi vitali delle cellule
  • A loro volta, l'aumento delle cellule in senescenza ha aumentato i processi infiammatori e quindi l'infiammazione cronica
  • L'acido palmitico ha ridotto i trasportatori di glutammato, espressi a livello degli astrociti, e questo è associato a diversi processi degenerativi, tra cui le neurodegenerazioni, ma anche a sovraeccitazione del sistema nervoso simpatico, cosa che può causare ipertensione e malattie cardiovascolari

3 Cosa abbiamo imparato

Lo studio è molto complesso ma affascinante e dimostra quanto sia importante:

  • Contrastare sovrappeso e obesità, condizioni in cui gli acidi grassi sono maggiormente liberi di muoversi nel flusso sanguigno e causare danni importanti, come abbiamo visto
  • Seguire un'alimentazione sana e varia che preveda certamente anche acidi grassi saturi, come l'acido palmitico, ma senza eccessi, per evitare un aumento dell'infiammazione e del rischio di malattie cardiovascolari e neurodegenerazioni.
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AUTORE
Unisce la sua passione per uno stile di vita naturale e la sua formazione universitaria, è infatti laureata in fisica e ha il dottorato di ricerca in fisica, settore biofisica. Leggere articoli scientifici, documentarsi sulle ultime ricerche e testare nuovi metodi e ricette è quindi da sempre il suo lavoro, che, speriamo, di aver reso utile.
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