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I frutti di bosco e il loro effetto neuroprotettivo

Scritto da Dr. Giorgia Cazzolli, Ph.D., aggiornato il 10 aprile, 2018
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I frutti di bosco e il loro effetto neuroprotettivo

I frutti di bosco, come fragole, lamponi o more, non sono solo buoni ma anche davvero sani in quanto apportano antociani, un tipo di flavonoidi che, oltre a dare il caratteristico colore rosso o viola intenso hanno anche un effetto neuroprotettivo. In particolare, sembra che chi ha deciso di integrare nella sua dieta abituale i frutti di bosco ha un rischio del 40% inferiore di sviluppare la malattia di Parkinson e che questo effetto protettivo è molto più marcato negli uomini che nelle donne.

Questo è il risultato di uno studio condotto dall’Università di Harvard, Boston, Usa, e presentato pochi anni fa al Congresso della Società Americana di Neurologia di Honolulu (isole Hawaii). La ricerca, durata 20 anni e condotta osservando le abitudini di più di 130 000 persone, ha permesso per la prima volta di stabilire un legame tra il consumo di frutti di bosco e il Parkinson, in particolare ha permesso di notare il ruolo protettivo di questi frutti. C’è ancora da fare chiarezza su cosa possa accadere esattamente ma l’ipotesi è che gli antociani riescano a superare la barriera emato-encefalica, a protezione del tessuto cerebrale, e alleviare lo stress ossidativo e contrastare le infiammazioni. Anche se molti studi dovranno ancora essere pianificati per comprendere esattamente il meccanismo di azione e soprattutto come mai sembra che gli uomini abbiano benefici maggiori rispetto alle donne, il consiglio del Dr. Xian Gao, a capo del team di ricerca, è quello di integrare la propria dieta con 2-3 tazze a settimana di frutti di bosco. Ma gli antociani non sono contenuti solo nei frutti di bosco, puoi trovare queste preziose sostanze anche in te, mele e arance.

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AUTORE
Unisce la sua passione per uno stile di vita naturale e la sua formazione universitaria, è infatti laureata in fisica e ha il dottorato di ricerca in fisica, settore biofisica. Leggere articoli scientifici, documentarsi sulle ultime ricerche e testare nuovi metodi e ricette è quindi da sempre il suo lavoro, che, speriamo, di aver reso utile.
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