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La connessione tra plastiche, colesterolo e malattie cardiovascolari

Scritto da Dr. Giorgia Cazzolli, Ph.D., aggiornato il 20 dicembre, 2021
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La connessione tra plastiche, colesterolo e malattie cardiovascolari

Perché è importante ridurre la plastica? Per l'inquinamento ambientale, certo, ma anche per la nostra salute. Infatti, una recentissima ricerca scientifica ha osservato che alcune sostanze associate alla plastica, una volta che entrano nel corpo, possono aumentare il rischio di malattie cardiovascolari e alzare i livelli di colesterolo. Lo studio è consultabile online ed è stato pubblicato sulla rivista Environmental Health Perspectives grazie a un team della University of California, Riverside [1].

Il problema della plastica

I contenitori in plastica per alimenti possono non essere solo semplici involucri ma, in alcuni casi, possono creare un problema per la salute. Infatti, alcune sostanze contenute nella plastica, una volta che questa entra in contatto con l'alimento, possono migrare al cibo e da qui poi entrare nel corpo dove possono influenzare ormoni e colesterolo. Un esempio è rappresentato da uno ftalato, chiamato DCHP, usato come plastificante nel PVC. Allo stato attuale questa sostanza è sotto osservazione da parte dell'Agenzia per la protezione ambientale americana in quanto considerata una sostanza con un rischio potenziale. Proprio per comprendere l'azione di DCHP sulla salute i ricercatori hanno elaborato lo studio di cui parliamo oggi.

Gli ftalati aumentano il colesterolo, uno studio

Lo studio si è svolto su animali. Quello che è emerso è che, in caso di esposizione alla sostanza DCHP, si innesca una reazione a catena nel corpo. In particolare, DCHP si lega nell'intestino a un recettore, chiamato PXR, che, attivato, stimola il rilascio di proteine chiave per l'assorbimento e il trasporto del colesterolo. Come conseguenza, nella popolazione di animali con alti livelli di DCHP erano alti anche i valori di colesterolo.

Non solo, l'esposizione al DCHP è risultata anche associata ad un aumento di alcuni ceramidi circolanti, una classe di lipidi associati a un elevato rischio cardiovascolare.

Occorre prestare attenzione

Certo, non possiamo avere il pieno controllo su tutto, ma sicuramente per limitare l'apporto di ftalati possiamo prendere qualche precauzione. Per esempio, possiamo evitare di avvolgere gli alimenti nelle pellicole trasparenti o possiamo scegliere quei prodotti che riportano la dicitura, Non contiene ftalati.

Fonti

[1] Sui et al, EHP, Dec 2021
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AUTORE
Unisce la sua passione per uno stile di vita naturale e la sua formazione universitaria, è infatti laureata in fisica e ha il dottorato di ricerca in fisica, settore biofisica. Leggere articoli scientifici, documentarsi sulle ultime ricerche e testare nuovi metodi e ricette è quindi da sempre il suo lavoro, che, speriamo, di aver reso utile.
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