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La sorgente dei sogni, una fiaba per tutti

Scritto da Dr. Giorgia Cazzolli, Ph.D., aggiornato il 23 aprile, 2020
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La sorgente dei sogni, una fiaba per tutti

C’era una volta un paese incantato, chiamato il paese di Acqua Chiara. Si chiamava così perché il paese si affacciava su un lago con un’acqua così limpida e chiara che mai si era vista. Sulla superficie del lago, leggermente increspata da una brezza, si specchiavano gli alberi di ciliegio in fiore che rimanevano fioriti per tutto l’anno. Ma questi fiori di ciliegio avevano anche un’altra caratteristica, racchiudevano al loro interno una magia. Ogni pistillo dei fiori aveva in sé un sogno. C’erano sogni di tutti i tipi, alcuni particolarmente allegri, altri avventurosi, altri ancora erano sogni pieni di speranza. Quando la brezza scuoteva gentilmente i rami degli alberi i fiori cadevano nel lago e da lì, la corrente, li portava al fiume che si apriva in tanti piccoli corsi d’acqua che raggiungevano ogni angolo della terra. Le persone bevevano l’acqua e di notte facevano sogni magici, che infondevano coraggio, gioia e serenità.

Ma tanta bellezza attirava l’invidia della strega che regnava nei boschi confinanti, i Boschi Oscuri, dove nessun essere vivente osava addentrarsi perché lì la luce del sole non arrivava. Un giorno la strega, facendo appello a tutte le sue arti magiche, mandò una gelata che bloccò ogni cosa nel paese di Acqua Chiara. Il fornaio mentre stava infornando il pane, la contadina mentre raccoglieva le carote nell’orto, il cagnolino che stava correndo, la regina del Paese di Acqua Chiara, la fata Luminosa, e anche i fiori degli alberi di ciliegio, che smisero di cadere nell’acqua del lago. Ma così smisero di sognare anche le persone in tutto il mondo. Le notti erano tutte uguali, senza colore ed emozioni. Ben presto sulla Terra calò un velo di tristezza. Tutti avevano perso la capacità di sognare, tutti tranne una bambina, che si divertiva a raccogliere in bottiglie di vetro colorate l’acqua magica. La bambina bevve tutte le bottiglie, man mano che beveva in lei sentiva crescere la speranza, la gioia e la fiducia e decise così di incamminarsi alla volta del Paese di Acqua Chiara, per provare a capire cosa stava succedendo e riportare i sogni sulla Terra. Appena arrivata ad Acqua Chiara vide questa grande distesa di ghiaccio, ogni cosa era immobile e sospesa. Arrivata al castello della fata la cercò nelle stanze e nei corridoi finché non la trovò, la fata era immobile, pallida e sotto uno spesso strato di ghiaccio. La bambina accese un fuoco, che alimentò tutta la notte con tende e sedie del castello e parlò, parlò. Raccontò dei suoi sogni meravigliosi, dei paesi che riusciva a visitare solo chiudendo gli occhi e andando a dormire, dei colori e delle emozioni che riusciva a vedere e provare, in sogno. E pian piano goccioline cominciarono a scendere dal blocco di ghiaccio che imprigionava la fata fino a quando le guance non le tornarono rosa e fu libera. In men che non si dica la fata Luminosa volò su tutto il suo regno facendo cadere una polvere scintillante. Appena questa polvere toccava terra faceva sciogliere il ghiaccio. Il paese di Acqua Chiara tornò alla vita, ognuno riprese a fare quello che stava facendo. Il fornaio mise il pane nel forno, la contadina raccolse le carote, il cagnolino raggiunse il suo padrone e i fiori di ciliegio ripresero a cadere nel lago. Anche la Terra tornò a colorarsi mentre gli uomini riacquistavano il dono più grande, quello che sconfigge ogni avversità, la capacità di sognare.

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AUTORE
Unisce la sua passione per uno stile di vita naturale e la sua formazione universitaria, è infatti laureata in fisica e ha il dottorato di ricerca in fisica, settore biofisica. Leggere articoli scientifici, documentarsi sulle ultime ricerche e testare nuovi metodi e ricette è quindi da sempre il suo lavoro, che, speriamo, di aver reso utile.
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