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La temperatura ottimale della stanza per migliorare la qualità del sonno

Scritto da Dr. Giorgia Cazzolli, Ph.D., aggiornato il 5 settembre, 2023
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La temperatura ottimale della stanza per migliorare la qualità del sonno

Assicurarsi un buon sonno ristoratore è uno dei segreti di lunga vita, insieme ad un'alimentazione sana e bilanciata, uno stile di vita attivo ed evitare alcune cattive abitudini come fumare e bere troppi alcolici. Tuttavia, a differenza delle altre scelte di vita che dipendono direttamente dal nostro controllo, dormire il giusto numero di ore e svegliarsi riposati può risultare molto più difficile. Infatti, diversi fattori concorrono a determinare se la nostra notte sarà caratterizzata da un sonno rigenerante o, al contrario, disturbato. La ricerca di cui parliamo oggi è molto recente e si focalizza sulla giusta temperatura che dovrebbe avere la stanza per permetterci di riposare bene. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Science of the Total Environment da un gruppo di ricercatori della Harvard Medical School di Boston e del Marcus Institute for Aging Research, sempre di Boston [1].

Come la temperatura della stanza influenza il sonno, lo studio

I ricercatori hanno reclutato 50 adulti. Ai volontari è stato chiesto di indossare dispositivi per tenere traccia dei movimenti, in modo da valutare la qualità del sonno.

Non solo, nelle stanze da letto sono stati montati sensori per la temperatura. In tutto, sono stati acquisisti dati di 11 000 notti. Quello che è emerso è che la temperatura ottimale per assicurarsi un buon sonno ristoratore è individuale ma che in generale questa dovrebbe rimanere nel range 20-25° C. Infatti, al di sotto e al di sopra di questo range gli scienziati hanno visto ridursi in modo significativo, anche del 10%, l'efficienza del sonno. Per efficienza del sonno si intende il rapporto tra il tempo effettivamente trascorso da addormentati e il tempo dedicato al sonno, che comprende però anche il tempo per addormentarsi e i risvegli notturni. Da qui l'importanza di evitare stanze surriscaldate in estate o troppo fredde in inverno.

Altre abitudini che aiutano a dormire bene

Oltre alla temperatura della stanza, che, come abbiamo visto, non dovrebbe scendere sotto i 20° C e superare i 25° C, altre abitudini concorrono a un buon sonno ristoratore. Per esempio, una buona abitudine è sicuramente quella di creare il buio nella stanza, riducendo ogni fonte di luce.

Non solo, se dovesse capitare di svegliarsi, magari per andare in bagno, è importante accendere poche luci e fioche per non dare il segnale al cervello che è già giorno e che è il momento di iniziare le attività quotidiane. Poi, è una buona scelta evitare pasti abbondanti e pesanti alla sera e subito a ridosso del momento di andare a dormire. Evita anche attività troppo stimolanti nelle ore serali.

Conclusioni

Assicurarsi un buon sonno ristoratore che faccia alzare riposati e pieni di energia è un fattore importante e protettivo per la salute. Un sonno disturbato, infatti, se accade continuamente e per molto tempo, può causare alcuni disturbi, come ansia, depressione, problemi cardiovascolari, un rallentamento della funzionalità cognitiva, scarsa memoria e concentrazione, ipertensione e diabete. Va sottolineato ancora una volta che queste condizioni possono presentarsi solo sul lungo termine, non dopo una notte insonne o anche un periodo un po' più lungo in cui, per diversi motivi, possiamo dormire male. In ogni caso, ora sappiamo che abbiamo a disposizione alcune mosse per garantirci un buon sonno ristoratore, come abbiamo potuto vedere nell'articolo di oggi.

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AUTORE
Unisce la sua passione per uno stile di vita naturale e la sua formazione universitaria, è infatti laureata in fisica e ha il dottorato di ricerca in fisica, settore biofisica. Leggere articoli scientifici, documentarsi sulle ultime ricerche e testare nuovi metodi e ricette è quindi da sempre il suo lavoro, che, speriamo, di aver reso utile.
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