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Mangiare tanta carne fa invecchiare più velocemente?

Scritto da Dr. Giorgia Cazzolli, Ph.D., aggiornato il 6 agosto, 2024

Mangiare carne fa male alla salute? Vediamo la risposta fornita da una recentissima ricerca scientifica che fa caprie che la carne non è tutta uguale e che è importante guardare alla quantità ma anche al tipo per proteggere la nostra salute e rallentare i processi di invecchiamento

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Mangiare tanta carne fa invecchiare più velocemente?

La carne fa parte della nostra alimentazione. C'è chi non se la fa mai mancare, chi afferma che è indispensabile per la vita, chi ha compiuto una scelta e ha deciso di limitarla o persino eliminarla. La dieta mediterranea, considerata uno dei tipi di alimentazione più sani al mondo, prevede un apporto moderato di carne, fino a due porzioni a settimana.

Ma qual è la verità? La carne fa bene o fa male?

Una recentissima ricerca scientifica ci fa capire qualcosa in più sugli effetti della carne sulla nostra salute, in particolare sui processi di invecchiamento, e che non tutta la carne è uguale. Vediamo di capire meglio discutendo i risultati di questa ricerca pubblicata sulla rivista Nutrients grazie al lavoro di un team cinese [1].

1 Scopo della ricerca

Gli scienziati hanno cercato di capire come i diversi tipi di carne, rossa, bianca e lavorata, possano agire sulla nostra salute.

In particolare, i ricercatori hanno focalizzato la loro attenzione sui processi di invecchiamento e come questi possono venire accelerati o meno in seguito al consumo di carne.

È chiaro, tutti noi invecchiamento. Ma possiamo farlo più o meno velocemente in base anche allo stile di vita che seguiamo e a quello che mangiamo.

Nello studio di oggi gli scienziati hanno usato un metodo di analisi, chiamato randomizzazione mendeliana, che consiste nello studiare il rapporto tra fattori esterni, come il consumo di carne, e gli esiti, quali le modifiche degli indicatori dei processi di invecchiamento.

2 La carne ci fa invecchiare prima?

Gli scienziati hanno attinto a grandi database per capire gli effetti sulla salute del consumo di carne.

La carne è stata divisa in tre categorie, e cioè

  • Carne rossa, che comprende maiale, agnello e manzo
  • Carne bianca, che comprende pollo e pesce, sia azzurro che non
  • Carne lavorata, che comprende prosciutto, pancetta e salsicce

Applicando il metodo di analisi è emerso che:

  • Il consumo frequente di tutti i tipi di carne crea un effetto cumulativo e accelera i processi di invecchiamento
  • In particolare, la carne lavorata si è rivelata il prodotto che più di altri causa un'accelerazione dei processi di invecchiamento, si ritiene per l'elevata quantità di additivi, sale e conservanti inseriti durante il processo di lavorazione e capaci di aumentare i livelli di infiammazione
  • Lo studio ha mostrato però un risultato che nessuno si aspettava. E cioè che una moderata assunzione di carne di agnello ha mostrato di essere anti invecchiamento e di proteggere l'azione dei mitocondri, che sono organelli presenti nelle cellule, e la loro capacità di produrre energia. Si ritiene che questa azione sia da ricondursi alla ricchezza in nutrienti dell'agnello, tra cui spiccano antiossidanti, vitamine del gruppo B, ferro e selenio

3 Cosa abbiamo imparato

La carne fa parte della nostra alimentazione e, se consumata con moderazione, è una fonte privilegiata di proteine, ma anche minerali e vitamine, tra cui la vitamina A, lo zinco e il ferro [2].

Tuttavia, è importante non esagerare mai con la quantità, come del resto suggerisce anche la Dieta Mediterranea. Non più di 2 porzioni a settimana di carne, quindi, sono una buona scelta [3].

Mangiare più porzioni di carne, anche di diversi tipi, causa un effetto cumulativo che si traduce in un'accelerazione dei processi di invecchiamento.

Attenzione anche al tipo di carne, non solo alla quantità. Meno problematica e più sana è sicuramente la carne bianca, che nello studio di oggi comprende sia pesce che pollame, seguita poi dalla carne rossa. La carne lavorata, invece, è quella che maggiormente influenza l'invecchiamento, causandone un'accelerazione per i processi infiammatori che innesca.

Infatti, le carni lavorate, ma anche le carni rosse in generale:

  • Apportano acidi grassi saturi e colesterolo
  • Alterano il microbiota intestinale aprendo le porte all'infiammazione
  • Aumentano dei particolari composti, chiamati n nitrosi, associati ai tumori e alle malattie legate all'invecchiamento, come diabete tipo 2 e malattie cardiovascolari

Da qui l'importanza di limitare questo tipo di carne, preferire pesce e pollame e in ogni caso favorire alimenti antinfiammatori e capaci invece di rallentare l'invecchiamento, come verdura e frutta, frutta a guscio e semi oleosi, olio evo, legumi e cereali integrali.

Infine, un piccolo commento. Lo studio non fa distinzione tra pollame e pesce. Invece, si tratta di due prodotti profondamente diversi e che potrebbero avere un influsso diverso sulla salute, essendo il pesce, soprattutto quello azzurro, ricco di acidi grassi omega 3.

Pertanto, altro lavoro sarà da compiere per colmare questa lacuna e comprendere meglio l'azione distinta del pesce sulla salute.

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AUTORE
Unisce la sua passione per uno stile di vita naturale e la sua formazione universitaria, è infatti laureata in fisica e ha il dottorato di ricerca in fisica, settore biofisica. Leggere articoli scientifici, documentarsi sulle ultime ricerche e testare nuovi metodi e ricette è quindi da sempre il suo lavoro, che, speriamo, di aver reso utile.
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