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Memoria e sonno dipendono anche da quello che mangiamo

Scritto da Dr. Giorgia Cazzolli, Ph.D., aggiornato il 8 giugno, 2023
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Memoria e sonno dipendono anche da quello che mangiamo

Noi siamo quello che mangiamo, diceva il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach due secoli fa. Feuerbach aveva ragione ma probabilmente nemmeno lui pensava di averne così tanta… Sempre più studi scientifici, infatti, stanno dimostrando che la nostra alimentazione può influenzare il nostro rischio di ammalarci, la qualità del sonno e persino la memoria. Oggi parliamo di due recentissime ricerche scientifiche che indicano quanto sia importante, ai fini della nostra salute, includere alcuni cibi ed escluderne altri dalla nostra dieta quotidiana.

Più flavanoli per la memoria, lo studio

La prima ricerca è stata pubblicata pochi giorni fa sulla prestigiosa rivista scientifica PNAS ed è il frutto del lavoro durato ben 15 anni, e ancora in corso, di un team di scienziati americani della Columbia University, della Harvard Medical School e della New York University [1]. Studi precedenti condotti dallo stesso team avevano mostrato che alterazioni dell'ippocampo, una regione cerebrale, man mano che l'età avanza sono connesse a perdita di memoria. In questo caso si parla di una perdita di memoria non associata a malattie come l'Alzheimer, ma legata agli anni che avanzano.

Non solo, gli scienziati avevano osservato che negli animali alcuni tipi di sostanze antiossidanti della famiglia dei flavonoidi, i flavanoli, sono in grado di migliorare la memoria stimolando la crescita dei neuroni e dei vasi sanguigni e aumentando l'afflusso di sangue al cervello. Questi risultati sono quindi stati testati sugli esseri umani. A questo scopo sono state reclutate 3562 persone, età media 71 anni e tutte in buona salute. Prima, durante e al termine del tempo dell'esperimento, e cioè 3 anni, i volontari sono stati sottoposti a test per valutare la memoria, a questionari per comprendere il tipo di alimentazione che erano soliti seguire ed esami del sangue e delle urine per misurare la quantità di flavanoli effettivamente presente. I partecipanti sono quindi stati divisi in due gruppi, una parte ha ricevuto un placebo ed è stata tenuta come controllo, l'altra parte una pastiglia contenente 500 mg di flavanoli del cacao. La pastiglia andava assunta ogni giorno per 3 anni.

Ebbene, quello che è emerso è che l'assunzione di flavanoli ha migliorato la memoria in modo significativo e che i risultati migliori si sono osservati in coloro che, all'inizio dello studio, presentavano una dieta povera di flavanoli. In particolare, costoro presentavano un miglioramento del 16% del punteggio conseguito nei test di memoria rispetto all'inizio dello studio. I primi miglioramenti nella memoria si sono osservati già dopo 1 anno ma è alla fine del terzo anno che i risultati si sono consolidati.

Quali sono gli alimenti di lunga memoria da consumare fin da ora

Gli autori dello studio pubblicato su PNAS sottolineano che altro lavoro sarà ancora da compiere per meglio comprendere gli effetti dei flavanoli assunti con la dieta sulla memoria e per sviluppare nuovi e promettenti trattamenti per mantenere in salute il cervello che invecchia. Ma certamente, come emerge dalla ricerca, è importante iniziare fin da ora a includere nella propria dieta alimenti ricchi di flavanoli per prevenire un eventuale declino cognitivo legato all'età. Questi alimenti sono il cacao, ma anche il tè verde, le mele, l'uva e i frutti di bosco. L'importante però è non esagerare mai e includerli in una dieta sana e bilanciata, anche perché la quantità quotidiana di 500 mg di flavanoli è facile da raggiungere. Per esempio, due tazze di tè verde giapponese, preparate con dieci minuti di infusione in acqua a 70° C, apportano proprio questa quantità. Poi, 10 grammi di cioccolato fondente contengono circa 150 mg di flavanoli, una mela di medie dimensioni apporta fino a 200 mg di flavanoli, 100 grammi di frutti di bosco superano i 100 mg di flavanoli.

Sonno più rigenerante se si mangia sano, lo studio

Infine, oggi riportiamo i risultati di un'altra ricerca, anche questa molto recente e pubblicata sulla rivista Obesity da un team svedese dell'Università di Uppsala [2]. La ricerca è molto piccola, coinvolge infatti solo 15 giovani adulti, ma è davvero illuminante circa il ruolo dell'alimentazione anche per quanto riguarda la qualità del sonno. Infatti, è emerso che consumare una dieta ad alto contenuto di zuccheri, grassi saturi e alimenti raffinati e molto lavorati ha peggiorato, già sul breve termine, la qualità del sonno. In particolare, il sonno profondo, che è la parte del sonno più rigenerante, quella che ci permette di svegliarci pieni di energie, risultava deteriorato e più leggero. Da qui l'importanza di seguire una dieta ricca di frutta, verdura, cereali integrali e legumi, riducendo il più possibile l'apporto di carni rosse e lavorate, burro, margarina, olio di palma e di cocco, merendine e snack, dolci e salati.

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AUTORE
Unisce la sua passione per uno stile di vita naturale e la sua formazione universitaria, è infatti laureata in fisica e ha il dottorato di ricerca in fisica, settore biofisica. Leggere articoli scientifici, documentarsi sulle ultime ricerche e testare nuovi metodi e ricette è quindi da sempre il suo lavoro, che, speriamo, di aver reso utile.
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