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Obesità, le cause genetiche possono essere contrastate da alcuni accorgimenti

Scritto da Dr. Giorgia Cazzolli, Ph.D., aggiornato il 18 luglio, 2023
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Obesità, le cause genetiche possono essere contrastate da alcuni accorgimenti

L'obesità? Si può contrastare, anche quando è una questione di genetica. Questo importantissimo risultato emerge da una recente ricerca scientifica pubblicata sulla rivista International Journal of Epidemiology grazie al lavoro di un team del Regno Unito, University of Exeter [1].

Obesità, stile di vita e genetica

L'obesità è una condizione in continua crescita, basti pensare che, negli Stati Uniti, la percentuale di persone obese è passata dal 31% della popolazione adulta nel 2000 al 42% nel 2020. L'obesità va prevenuta e contrastata, in quanto è un fattore di rischio di diverse malattie, come diabete, malattie cardiovascolari, infiammazioni, depressione e, sul lungo periodo, degenerazioni cellulari. Le cause dell'obesità si riconducono ad abitudini errate, come uno stile di vita sedentario e un facile accesso a cibi raffinati, ricchi di grassi e zuccheri, ma anche a fattori genetici. In particolare, i fattori genetici possono determinare variazioni tra il 40 e il 70% dell'indice di massa corporea. L'indice di massa corporea, o BMI, è un indice che misura quanto una persona è sottopeso, normopeso, sovrappeso o obesa. BMI si trova dividendo il peso in chilogrammi e il quadrato dell'altezza espressa in metri. Si considera obesa una persona con indice di massa corporea sopra 30. Ma in caso di rischio aumentato di sviluppare obesità per fattori genetici, è possibile contrastare i nostri geni e ridurre il rischio di obesità? Di questo parla lo studio di oggi.

Le abitudini che contrastano il rischio genetico di sviluppare obesità

Gli scienziati hanno reclutato 3700 adulti. Tutti i volontari sono stati sottoposti a visite mediche per misurare l'altezza e il peso e per effettuare un prelievo di sangue, in modo da valutare il loro rischio genetico di diventare obesi. Oltre a questo, i partecipanti allo studio sono anche stati chiamati a compilare un questionario dove veniva richiesto loro di precisare le abitudini alimentari, se erano colpiti da fame nervosa e se tendevano a mangiare oltre i limiti. Quello che è emerso è che, in effetti, coloro che avevano un rischio genetico maggiore di sviluppare obesità avevano anche una maggiore probabilità di avere un indice di massa corporea più elevato. La spiegazione è da ricercarsi nei comportamenti alimentari, dal momento che il rischio genetico di sviluppare obesità fa aumentare anche l'inclinazione a mangiare oltre il limite, la fame nervosa e la stessa suscettibilità alla fame.

Tuttavia, lo studio ha anche dimostrato che è possibile andare contro la genetica e ridurre il legame tra rischio genetico di diventare obesi e l'indice di massa corporea aumentato se si adottano alcune abitudini. In particolare, l'indice di massa corporea risulta più basso in persone che usano alcune strategie, come essere consapevoli di stare mangiando, stando nell'azione del mangiare senza pensare ad altro, controllare le porzioni, quindi consumare quello che è nel piatto senza aggiungere altro cibo, ma anche mangiare vegetali come snack e infine anche misure più rigide come il calcolo delle calorie.

Conclusioni

Uno stile di vita sano e attivo, con un'alimentazione bilanciata e senza eccessi, la consapevolezza del qui e ora mentre si sta mangiando, senza masticare perdendosi in altri pensieri, preferire verdura come snack, ecco la chiave per prevenire e contrastare l'obesità, anche se di origine genetica. Come ha dimostrato lo studio di cui abbiamo parlato oggi, seguire alcuni accorgimenti riduce il legame tra genetica e peso corporeo, facendoci guadagnare in salute oltre che in numero di chili persi.

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AUTORE
Unisce la sua passione per uno stile di vita naturale e la sua formazione universitaria, è infatti laureata in fisica e ha il dottorato di ricerca in fisica, settore biofisica. Leggere articoli scientifici, documentarsi sulle ultime ricerche e testare nuovi metodi e ricette è quindi da sempre il suo lavoro, che, speriamo, di aver reso utile.
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