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Peperoni, i colori della salute

Scritto da Dr. Giorgia Cazzolli, Ph.D., aggiornato il 3 ottobre, 2021
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Peperoni, i colori della salute

Verdi, rossi, gialli o arancioni? Scopriamo le proprietà dei peperoni in base al colore di buccia e polpa

Allegri e gustosi, i peperoni sono un ingrediente molto versatile in cucina. Dal fruttivendolo se ne trovano proprio di tutti i colori, e non è solo un modo di dire. Infatti, i peperoni, nella loro varietà dolce, possono presentarsi verdi, raccolti in genere prima di raggiungere la competa maturazione, gialli, arancioni e rossi. Spesso la scelta ricade sul classico peperone rosso, ma, in realtà, all'interno di una dieta varia ed equilibrata, una buona idea sarebbe quella di includerli tutti. Il punto è che non è solo una questione estetica, infatti, pur condividendo alcune caratteristiche come il contenuto in acqua, fibre, potassio e vitamina C, a ogni colore corrispondono poi anche principi attivi e proprietà salutari diverse! Vediamo di approfondire meglio questo aspetto in modo da comprendere perché è importante variare i colori dei peperoni, così da garantirci un ampio spettro di sostanze benefiche.

Peperoni rossi

I peperoni rossi sono caratterizzati da un alto contenuto in vitamina C, carotenoidi e quercetina [1][2]. Queste sostanze conferiscono al peperone proprietà anti radicali liberi, antinfiammatorie, epatoprotettive, capaci di tenere sotto controllo il peso corporeo e la glicemia [3].

Non solo, i peperoni rossi contengono alti livelli di folati, che sono sostanze indispensabili per la replicazione cellulare oltre che risultare cardioprotettive [4][5].

Peperoni verdi

Nei peperoni verdi abbondano clorofilla, dall'azione anti age e antinfiammatoria, e acidi fenolici, tra cui spicca l'acido p cumarinico. Questa sostanza è un potente antiossidante, ha proprietà antinfiammatorie e antivirali e risulta anche capace, come mostrato da studi scientifici, di contribuire a ridurre il colesterolo cattivo LDL oltre che il rischio di diabete e obesità [6][7]. Questi peperoni si dimostrano neuroprotettivi grazie alla loro capacità elevata, persino maggiore che nei peperoni rossi e gialli, di contrastare i radicali liberi e di inibire quegli enzimi che andrebbero a degradare i neurotrasmettitori. Quest'ultima azione risulta particolarmente importante nella lotta alla malattia di Alzheimer [1].

Non solo, i peperoni verdi, grazie a polisaccaridi contenuti, risultano antitumorali. Infatti, estratti di questo tipo di peperone, messi a contatto con cellule del tumore del seno, hanno mostrato la loro capacità di inibirle. Certamente il peperone verde non deve essere visto come una cura nei casi di degenerazione cellulare, la ricerca non vuole affermare questo, ma come un ingrediente salutare da tenere presente all'interno di una dieta che mira a rinforzare il corpo nei confronti delle minacce, anche sotto forma di degenerazioni cellulari [8].

Invece, i peperoni verdi contengono bassi livelli di folati, soprattutto se confrontati con i peperoni rossi [2].

Peperoni gialli

Tra tutti i tipi di peperone, il peperone giallo contiene la quantità più elevata di flavonoidi. I flavonoidi sono considerati protettivi per contrastare malattie croniche come malattie cardiovascolari, tumori e disturbi neurodegenerativi [9].

Per quanto riguarda quest'ultimo punto, infatti, anche i peperoni gialli si sono rivelati interessanti all'interno di una dieta preventiva per l'Alzheimer, in quanto hanno mostrato un'azione capace di inibire gli enzimi che degradano l'acetilcolina, che è un neurotrasmettitore [1].

Peperoni arancioni

Sono gli unici peperoni a contenere sia luteina che zeaxantina [1]. Luteina e zeaxantina sono due carotenoidi che non possono essere sintetizzati dal corpo umano ma che devono essere introdotti con l'alimentazione, per poi essere convogliati nelle varie parti dell'organismo, soprattutto nella retina, dove rappresentano i principali pigmenti nella macula, che è la parte centrale della retina. È stato osservato che questi pigmenti hanno il compito di proteggere la retina dai danni della luce blu, migliorare l'acuità visiva e contrastare i danni dei radicali liberi che potrebbero portare a degenerazioni della retina come la maculopatia [10].

Fonti

[1] Thuphairo et al, Prev Nutr Food Sci, 2019
[2] Sun et al, J Food Sci, 2007
[3] Nishimuro et al, Nutrients, 2015
[4] Philips et al, J Agric Food Chem, 2006
[5] Li et al, J Am Heart Assoc, 2016
[6] Shen et al, Biomed Pharmacother, 2019
[7] Pei et al, J Sci Food Agric, 2016
[8] Adami et al, Int J Biol Macromol, 2020
[9] Kozlowska et al, Rocz Panstw Zakl Hig, 2014
[10] Jia et al, Molecules, 2017
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AUTORE
Unisce la sua passione per uno stile di vita naturale e la sua formazione universitaria, è infatti laureata in fisica e ha il dottorato di ricerca in fisica, settore biofisica. Leggere articoli scientifici, documentarsi sulle ultime ricerche e testare nuovi metodi e ricette è quindi da sempre il suo lavoro, che, speriamo, di aver reso utile.
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