Quanti anni hai? Quelli che ti senti, che sono l'unica cosa che conta davvero

Non importa quanti anni hai, ma quanti ne senti. Questa è la frase che tutti, da un certo punto in poi, ci sentiamo dire. Considerata in genere solo una mera consolazione, oggi invece possiamo provare che questa affermazione corrisponde proprio alla verità. Infatti, sentirsi più giovani della propria età anagrafica è collegato ad una salute migliore, di corpo e mente, e a una migliore capacità di recupero dopo malattie o infortuni. Questo emerge da una recentissima ricerca scientifica pubblicata sulla rivista Gerontology da un team israeliano [1].
Se ti senti giovane stai anche meglio di salute
Studi precedenti avevano già avuto modo di osservare che sentirsi più giovani di quanto si è dal punto di vista anagrafico rappresenta un valido indicatore per predire la salute fisica e psichica negli anni futuri. In particolare, un'età soggettiva inferiore a quella anagrafica è associata a un livello più elevato di benessere, un minore stress mentale e una maggiore salute fisica. Per approfondire meglio questa associazione i ricercatori israeliani hanno elaborato lo studio di cui parliamo oggi, in cui viene valutato il legame tra età soggettiva e capacità di ripresa dopo malattia o infortunio.
Età soggettiva e capacità di recupero da infortuni o malattie, lo studio
Gli scienziati hanno intervistato 194 adulti, tra i 73 e gli 84 anni, al momento del ricovero in strutture per la riabilitazione in seguito a ictus o fratture causate da cadute. Ai pazienti è stato chiesto di indicare quanto giovani si sentivano rispetto alla loro età anagrafica, ma anche il loro livello di ottimismo e di soddisfazione. Dopo un mese, al momento delle dimissioni, il personale infermieristico ha indicato, invece, attraverso un punteggio, il grado di indipendenza funzionale raggiunta, intesa come la capacità di muoversi e svolgere le diverse attività quotidiane da soli o con assistenza.
Ebbene, è emerso che coloro che al momento del ricovero si sentivano più giovani della loro età anagrafica avevano anche, al momento delle dimissioni, un punteggio più alto per quanto riguarda la loro capacità di svolgere le attività quotidiane in autonomia. Questo significa che coloro che si sentivano più giovani dell'età anagrafica presentavano una capacità migliore di ripresa e recupero in seguito a malattie o fratture, indipendentemente dalla data di nascita o da altre malattie presenti al momento del ricovero.
Conclusioni
Ecco quindi una prova scientifica che ciò che conta è l'età che ci sentiamo, più che l'età anagrafica. E poi chi si sente giovane cammina anche a passo più svelto, che viene mantenuto con l'età che avanza, frenando di fatto i processi di invecchiamento [2]. È proprio il caso di dirlo, la cosa più importante è sentirsi giovani dentro e per la prima volta non è davvero una frase di circostanza.