Rigenera il cervello Parte 1, il ruolo dell’esercizio fisico

Il cervello non è statico, ma si adatta, cambia e si rigenera. Perché questo accada però occorre tenerlo in esercizio e garantirgli i nutrienti di cui ha bisogno. Come? Iniziamo il primo capitolo di questa rubrica parlando del ruolo dell’esercizio fisico
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Per molto tempo la convinzione era che il cervello non potesse rigenerarsi e che i neuroni, una volta persi, fossero irrecuperabili durante il naturale e normale processo di invecchiamento. Ma gli scienziati hanno dovuto rivedere questa idea tanto è che stata coniata la parola neuroplasticità ad indicare come il cervello, in realtà, non è statico ma si adatta e si riorganizza, modificando la sua struttura in risposta all’esperienza e ai traumi, e, soprattutto, si rigenera. Anzi, la neurogenesi, cioè la capacità dei neuroni di rinnovarsi, sembra riguardare l’intera durata della vita della persona e interessa in modo particolare l’ippocampo, che è la parte del cervello dedicata alla memoria e che viene danneggiata in caso di Alzheimer [1][2]. Ma perché questo accada, il cervello va tenuto in esercizio. Occorre prendersi cura del cervello proprio come ci prendiamo cura del nostro corpo, della nostra pelle e dei nostri muscoli. In questo articolo e negli articoli che seguiranno dedicati all’argomento, vedremo come lo stile di vita, la dieta e alcune piante e spezie influenzano il cervello e la sua capacità di rinnovarsi. Oggi, in particolare, parleremo dell’importanza dell’esercizio fisico.
Attività fisica
Come riportato da studi scientifici [3], mantenere un’adeguata attività fisica aumenta la neuroplasticità e la resilienza del cervello, cioè la sua capacità di adattarsi agli eventi e allo stress. Infatti, è stato osservato che persone anziane che avevano continuato a svolgere attività fisica presentavano risultati migliori per quanto riguarda la velocità di ragionamento, la capacità di eseguire azioni e la memoria di chi invece non faceva più esercizio. I miglioramenti si sono osservati anche in chi praticava meno di 5 ore settimanali di attività fisica ma i risultati migliori sono stati registrati nelle persone che avevano dichiarato più di 5 ore settimanali di esercizio fisico. Si ritiene che l’esercizio fisico contribuisca a mantenere un ambiente cerebrale che facilita la plasticità, modulando l’angiogenesi, cioè la formazione dei vasi sanguigni, e l’attivazione di particolari cellule del sistema nervoso, chiamate cellule gliali, che supportano proprio la neuroplasticità.
Non solo, l’esercizio fisico aiuta anche a evitare la formazione delle placche beta amiloidi che sono considerate la causa principale della malattia di Alzheimer [4].