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Tè contro l'Alzheimer, ecco cosa dice la scienza

Scritto da Dr. Giorgia Cazzolli, Ph.D., aggiornato il 15 giugno, 2024

Il tè protegge il cervello e riduce il rischio di demenza e Alzheimer. Ecco come agisce il tè, quale tipo di tè scegliere e come prepararlo per avere questi benefici

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Tazza di tè verde

Bere tè, che sia nero, bianco, verde o oolong, è un gesto salutare, per il corpo e per la mente.

Il momento del tè è un attimo che ci dedichiamo, anche nelle giornate più impegnative, rilassa e al tempo stesso aiuta a ridurre l'infiammazione cronica e il rischio di diabete, rinforza il sistema immunitario e contrasta le degenerazioni cellulari.

Grazie alle ricerche degli ultimi anni si è ipotizzato anche che il tè possa proteggere il cervello, diminuendo il rischio di demenza e Alzheimer.

Tuttavia, gli studi condotti fino ad ora sono tanti e diversificati e si è sentita la necessità di portare un po' di chiarezza, come base per ricerche future ma anche come informazione per chi beve abitualmente il tè. Lo studio di cui parliamo oggi ha proprio questo obiettivo.

Vediamo quindi cosa emerge da questo lavoro di analisi e confronto. La ricerca è consultabile online ed è stata pubblicata poche settimane fa sulla rivista Heliyon da un team cinese [1].

1 L'azione neuroprotettiva del tè

Gli scienziati hanno analizzato i risultati di ben 374 ricerche precedenti, compiute tra il 2014 e il 2023.

Quello che è emerso è che tutti i tipi di tè, e cioè tè nero, bianco, verde e oolong, sono in grado di proteggere il cervello e ridurre il rischio di demenze e Alzheimer. L'azione neuroprotettiva avviene principalmente in cinque modi:

  • In primo luogo i polifenoli del tè, tra cui spicca l'epigallocatechina gallato, contrastano l'azione dei radicali liberi nel cervello. I radicali liberi, infatti, danneggiano i neuroni e sono una delle cause dello sviluppo delle neurodegenerazioni. Tra tutti i tè, il tè verde è la varietà più ricca di polifenoli
  • Poi, i polifenoli del tè diminuiscono la presenza di aggregati tossici per il cervello dati da proteine beta amiloidi e tau. Questi aggregati sono la caratteristica distintiva dell'Alzheimer. I polifenoli, invece, stimolano la rimozione degli aggregati e ne ostacolano la formazione
  • L'epigallocatechina gallato ha mostrato di proteggere la funzionalità del cervello preservando la produzione di energia all'interno delle cellule, che invece sembra ridursi nella malattia di Alzheimer, come emerge da recenti ricerche [2]
  • L'epigallocatechina gallato riduce l'infiammazione. L'infiammazione è la condizione necessaria, insieme alla formazione di aggregati tossici beta amiloidi e tau, perchè si sviluppi la malattia di Alzheimer
  • Questo stesso antiossidante stimola la formazione e lo sviluppo delle sinapsi, che sono i collegamenti tra neuroni

Quello che risulta quindi è che il tè e gli antiossidanti di cui è ricco sono in grado di proteggere il cervello e ridurre il rischio di sviluppare neurodegenerazioni.

La ricerca ha messo però anche in evidenza un limite importante degli studi condotti fino ad ora e cioè che questi sono stati svolti in laboratorio o su animali. Mancano allo stato attuale studi estesi sugli esseri umani, passo necessario anche per elaborare nuove strategie di cura basate su estratti di tè.

In attesa però che la scienza proceda e segua il suo corso, noi possiamo sicuramente includere il tè in tutte le sue forme nella nostra alimentazione quotidiana.

2 Altre proprietà del tè

Dopo l'acqua il tè è la bevanda più conosciuta al mondo.

Studi condotti fino ad ora hanno dimostrato che il tè è [3]:

  • Antitumorale. Questo vale soprattutto per le varietà di tè bianco, verde e nero
  • Cardioprotettivo, in particolare questo vale per il tè verde e nero
  • Contro l'obesità, soprattutto nel caso del tè oolong
  • Antidiabetico
  • Anti age
  • Aumenta la densità ossea

3 Come si prepara il tè

Il tè si prepara per infusione delle foglie della pianta del tè in acqua calda. Il tempo di infusione e la temperatura dell'acqua dipendono dal tipo di tè.

L'unica eccezione è data dal tè verde matcha. In questo caso la polvere del matcha va sciolta in acqua, in genere alla temperatura di 30° C, ma questo dipende dal tipo di matcha, segui le indicazioni riportate sulla confezione. Agita poi con un frustino e bevi direttamente.

Per tutti gli altri tè, invece, questo è il procedimento

  • Scalda l'acqua fino 60° C se si tratta del tè verde Gyokuro, 70° C per tutti gli altri tipi di tè verde, 75-80° C per il tè bianco, 80-90° C per il tè oolong, a bollore per il tè nero
  • Togli dal fuoco
  • Aggiungi un cucchiaino di tè per tazza più uno
  • Lascia in infusione per 10 minuti per il tè verde, dai 10 ai 20 minuti per il tè bianco, 5 minuti per il tè oolong e per il tè nero
  • Filtra e bevi

È anche possibile aggiungere qualche fogliolina di moringa, per aumentare l'azione antiossidante, o di menta, in modo da creare una potente sinergia antinfiammatoria [4].

4 Avvertenze e controindicazioni

Per quanto benefico, il tè va bevuto con moderazione.

3-4 tazze di tè al giorno apportano benefici senza causare effetti collaterali, quindi questa è la quantità da tenere come riferimento, oltre alla variabilità individuale. In persone più sensibili è possibile che già questa quantità possa creare bruciore di stomaco.

Il tè contiene caffeina, quindi cerca di berlo fino alle prime ore del pomeriggio, poi puoi scegliere altre bevande o optare per varietà che contengono meno caffeina, come il tè verde Bancha o Kukicha. Anche il tè bianco contiene meno caffeina rispetto agli altri tipi di tè.

Presta attenzione e chiedi consiglio al tuo medico se assumi farmaci. Infatti, è possibile rilevare interazioni tra tè e farmaci, che vanno valutate caso per caso. Per esempio, il tè verde può interagire con alcuni farmaci per il cuore, come warfarin, che è un anticoagulante, simvastatina, che riduce il colesterolo, e nadololo, per le aritmie cardiache [5]. Il tè nero ha mostrato di interagire con farmaci come la rosuvastatina, una statina contro il colesterolo elevato [6]. Tutti i tè interagiscono con il principio attivo propericiazina, alla base di farmaci per i disturbi del comportamento [7].

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AUTORE
Unisce la sua passione per uno stile di vita naturale e la sua formazione universitaria, è infatti laureata in fisica e ha il dottorato di ricerca in fisica, settore biofisica. Leggere articoli scientifici, documentarsi sulle ultime ricerche e testare nuovi metodi e ricette è quindi da sempre il suo lavoro, che, speriamo, di aver reso utile.
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