Un caffè espresso per la salute del cervello

Un espresso, grazie! Questa è la frase con cui iniziano molte giornate, che fa da contorno a incontri di lavoro o tra amici e che tiene compagnia nei pomeriggi in cui gli occhi sembrano non voler stare aperti. Ma l'espresso potrebbe diventare molto di più di un modo per ricaricarsi di energia grazie alla caffeina in esso contenuta. Infatti, l'espresso potrebbe diventare un alleato in più contro le neurodegenerazioni, tra cui l'Alzheimer. Questo è quanto emerge da una recentissima ricerca scientifica apparsa pochi giorni fa sulla rivista ACS' Journal of Agricultural and Food Chemistry grazie al lavoro di un team italiano dell'Università di Verona (Tira et al, ACS' Journal of Agricultural and Food Chemistry, July 2023).
Il rito del caffè è anche tanta salute
Fino a qualche anno fa bere caffè non era visto come una mossa salutare.
Invece, negli ultimi tempi e per merito di numerosi studi scientifici sull'argomento, il caffè è passato dall'essere una bevanda voluttuaria a rappresentare un prezioso alleato per la salute. Infatti, bere caffè con moderazione può contribuire a contrastare il diabete tipo 2, la sindrome metabolica, alcuni tipi di degenerazione cellulare e la depressione.
Non solo, il caffè contiene più di 1000 composti che sono in grado di contrastare i danni dei radicali liberi anche a livello cerebrale, supportare la memoria e prevenire la neurotossicità. Da qui l'idea di provare a dimostrare un'eventuale azione protettiva del caffè, e in particolare dell'espresso, a livello del cervello.
Come l'espresso riduce il rischio di neurodegenerazioni
Gli scienziati hanno studiato la composizione dell'espresso attraverso tecniche come la spettroscopia di risonanza magnetica nucleare. Poi, i ricercatori hanno isolato dall'espresso dei composti che secondo loro potevano essere considerati interessanti candidati per un'eventuale azione neuroprotettiva, in particolare caffeina, trigonellina, genisteina e teobromina. Queste sostanze ed estratti di espresso sono quindi stati messi in contatto per 40 ore con proteine tau. Le proteine tau sono proteine che, nel cervello in salute, aiutano a stabilizzare la struttura cerebrale. In alcune circostanze, invece, queste proteine possono formare aggregati che sono neurotossici, aprendo così la strada a malattie degenerative come l'Alzheimer.
Ebbene, quello che è emerso è che la caffeina, la genisteina e gli estratti di caffè sono stati in grado di inibire la formazione degli aggregati di proteine tau, o in ogni caso di ridurne la dimensione. Anche in caso di riduzione della dimensione degli aggregati di proteine tau si tratta di un risultato degno di nota dal momento che aggregati piccoli non risultano tossici per i neuroni, in più non fanno da calamita per altre proteine tau e per la formazione di aggregati più grandi e dannosi.
Conclusioni
La ricerca è appena all'inizio e molto lavoro dovrà essere compiuto, ma intanto i risultati sono davvero importanti e promettenti, capaci di aprire la strada a futuri trattamenti per proteggere il cervello e la funzionalità cognitiva. In attesa che la scienza faccia il suo corso, noi ora sappiamo che un espresso fa bene alla salute, non protegge solo il cuore e l'umore ma anche il cervello, aiutandoci a prevenire fin da ora aggregati di proteine neurotossici. L'importante, però, è anche non sovraccaricare il nostro caffè con zucchero o altri dolcificanti, che potrebbero limitarne gli effetti benefici.