Un consumo eccessivo di carne può far ammalare di diabete tipo 2
Consumare giornalmente la carne, soprattutto quella lavorata, aumenta il rischio di diabete tipo 2. Vediamo di approfondire questo effetto e quali sono le quantità di carne a cui prestare attenzione

La carne è una fonte di proteine e può trovare certamente spazio all'interno di una dieta sana e varia. Ma attenzione a non eccedere.
Infatti, un consumo elevato di carne, di tutti i tipi di carne, è associato ad un rischio maggiore di sviluppare diabete tipo 2.
Questo emerge da una recentissima ricerca scientifica pubblicata sulla rivista The Lancet Diabetes and Endocrinology da un team della University of Cambridge School of Clinical Medicin [1].
Ma vediamo di capire meglio. Prima, però, approfondiamo cos'è il diabete tipo 2.
1 Cos'è il diabete tipo 2
Il diabete tipo 2 è il tipico diabete dell'adulto. Si tratta di una condizione in cui l'insulina prodotta o non è sufficiente o non efficace a tenere sotto controllo la glicemia, che aumenta.
Un aumento di glicemia, se non sotto controllo, aumenta, sul lungo periodo, il rischio di malattie cardiovascolari, degenerazioni cellulari, problemi alla vista, ai reni, ai nervi e una difficile guarigione di ferite.
Da qui la necessità di contrastare l'aumento di glicemia, anche con lo stile di vita prevedendo una moderata attività fisica e un'alimentazione ricca di verdura, legumi, frutta, cereali integrali, frutta a guscio e pesce. E la carne che ruolo gioca?
2 Il legame tra carne e diabete tipo 2
Lo studio è il più vasto mai compiuto fino ad ora con lo scopo di approfondire il legame tra diabete tipo 2 e carne non lavorata, come la classica bistecca, carne lavorata, come prosciutto e salumi, e pollame.
Gli scienziati hanno raccolto i dati sullo stile di vita e l'alimentazione di ben 1 966 444 volontari, tutti provenienti da diversi Paesi. I partecipanti allo studio sono stati seguiti per un periodo medio di 10 anni, durante i quali è stato monitorato il loro stato di salute.
Quello che è emerso è significativo, in particolare:
- Un consumo elevato di tutti i tipi di carne, sia non lavorata, che lavorata e pollame, è associato ad un aumento del rischio di diabete tipo 2
- 50 grammi al giorno di carne lavorata, che corrispondono a circa 2 fette di prosciutto cotto, aumentano del 15% il rischio di diabete tipo 2
- 100 grammi al giorno di carne rossa non lavorata, come una piccola bistecca, aumentano del 10% il rischio di diabete
- 100 grammi di pollame al giorno aumentano dell'8% il rischio di diabete. Tuttavia, ulteriori analisi hanno mostrato una riduzione di questo valore. In ogni caso si tratta sempre di un aumento, seppur piccolo, del rischio di ammalarsi di diabete tipo 2
Pertanto, consumare carne, soprattutto quella lavorata, subito seguita dalla carne non lavorata e poi dal pollame, aumenta il rischio di sviluppare, negli anni a venire, il diabete tipo 2.
Si ritiene che la carne possa aumentare il rischio di ammalarsi di diabete tipo 2 in diversi modi:
- La carne è generalmente ricca di acidi grassi saturi e povera di acidi grassi insaturi. Studi precedenti hanno dimostrato che passare da un'alimentazione ricca di acidi grassi saturi a una che invece abbonda di acidi grassi insaturi contrasta la resistenza all'insulina, l'anticamera del diabete tipo 2
- La carne rossa contiene l-carnitina e colina che, in fase digestiva, vengono trasformate dal microbiota intestinale in un altro composto chiamato trimetilammina N ossido, associato ad un aumento del rischio di diabete tipo 2 e ad un aumento di glicemia e digiuno.
- Nitrati e nitriti contenuti nelle carni sono associati ad un rischio maggiore di diabete tipo 2. Va sottolineato che, invece, i nitrati contenuti nei vegetali, come la lattuga e gli spinaci, si sono dimostrati benefici per la salute
- Cuocere la carne alla griglia può generare composti, chiamati prodotti finali della glicazione, che aumentano i radicali liberi, l'infiammazione e la resistenza all'insulina
- La carne è ricca di proteine e studi hanno dimostrato che un elevato consumo di proteine di origine animale è associato ad un aumento del rischio di sviluppare diabete tipo 2
3 Fonti alternative di proteine
La carne, soprattutto pollame e in misura minore la carne rossa non lavorata, rimane un'eccellente fonte di proteine, da inserirsi in un'alimentazione sana, varia e senza eccessi.
Tuttavia, esistono valide alternative alle proteine di origine animale.
Ma quali sono le fonti di proteine di origine vegetale? Ecco qualche esempio
- Legumi, come ceci, piselli, fagioli, lenticchie, fave e soia
- Frutta a guscio, come mandorle, pistacchi, cashew, noci e arachidi
- Semi oleosi, come i semi di lino, una delle fonti vegetali più ricche di proteine di alta qualità
- Pseudocereali, come quinoa, amaranto, semi di chia e grano saraceno
- Cereali, come avena, orzo