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Vitamina D e coronavirus, ecco il punto della situazione

Scritto da Dr. Giorgia Cazzolli, Ph.D., aggiornato il 8 febbraio, 2021
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Vitamina D e coronavirus, ecco il punto della situazione

Prima che scoppiasse la pandemia da nuovo coronavirus, gli scienziati avevano già osservato il ruolo protettivo della vitamina D sulle vie respiratorie.

Pertanto, vista la capacità di contrastare le infezioni del tratto respiratorio, si è ritenuto che la vitamina D potesse aiutare a prevenire e trattare l’infezione da COVID-19. Ecco quindi che in quest’ultimo anno molte ricerche sono state dedicate al tentativo di comprendere la possibile efficacia della vitamina D come ulteriore alleato contro il virus. È proprio di pochi giorni fa una review che fa il punto della situazione su quanto è stato fino ad ora osservato sull’azione antivirale della vitamina D, sia come prevenzione che come trattamento contro il nuovo coronavirus. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Nutrients da un team della Heidelberg University, Germania [1].

Diversi studi hanno confermato l’azione preventiva della vitamina D nei confronti dell’infezione da nuovo coronavirus. In particolare, quello che è stato osservato è che chi ha valori plasmatici di vitamina D inferiori a 20 ng/mL, che è il valore limite al di sotto del quale si parla di carenza della vitamina, presenta un rischio del 54% maggiore di essere testato positivo al virus rispetto a chi ha valori sopra i 30 ng/mL. Attenzione però, questo non significa che chi ha valori normali di vitamina D non possa contrarre il virus, ma, come spiegano anche gli scienziati nello studio in esame, è più probabile che valori normali di vitamina D aiutino il sistema immunitario a far fronte alla minaccia e liberarsi più velocemente del virus.

Ma la vitamina D non ha solo un’azione preventiva. Da quello che emerge da studi scientifici, la vitamina D risulta benefica anche in caso di infezione già in atto contribuendo a prevenire eventuali complicazioni. È stato osservato che, su 185 pazienti con una diagnosi di COVID-19, chi presentava valori normali di vitamina D aveva anche una probabilità dell’80% inferiore di dover far ricorso alla terapia intensiva rispetto a chi invece presentava una carenza di vitamina D.

La vitamina D, oltre a dimostrarsi antivirale e di supporto al sistema immunitario, risulta benefica anche per le ossa. Infatti, negli anziani, che sono uno dei gruppi più a rischio di carenza di questa vitamina, l’integrazione di vitamina D ha permesso di ridurre il rischio di frattura del bacino. Ecco quindi che è importante assicurarsi una dieta che possa garantire un apporto di vitamina D, esporsi al sole con le dovute precauzioni e, in caso di carenza e sotto controllo medico, anche assumere degli integratori. In ogni caso, come sottolineato dagli stessi autori della review, la vitamina deve essere vista come ulteriore alleato nella lotta al nuovo coronavirus, da affiancare alle misure di distanziamento e igiene, senza sostituirle.

Fonti

[1] Brenner, Nutrients, 2021
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AUTORE
Unisce la sua passione per uno stile di vita naturale e la sua formazione universitaria, è infatti laureata in fisica e ha il dottorato di ricerca in fisica, settore biofisica. Leggere articoli scientifici, documentarsi sulle ultime ricerche e testare nuovi metodi e ricette è quindi da sempre il suo lavoro, che, speriamo, di aver reso utile.
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